(questo articolo fa parte del numero di maggio - giugno 2011 di Famiglia Oggi). E' possibile abbonarsi al bimestrale cliccando qui.
Muovendo da una simpatica ed efficace metafora, quella del “gatto morto” a cui non può essere attribuito alcun prezzo, si tenta di costruire un confronto tra il volontariato e l’economia, soprattutto osservando come può articolarsi il ruolo del volontariato all’interno di una società che si fonda, solo in apparenza, sul mercato e sulla logica politico-istituzionale dello Stato. La comprensione dell’economia, non solo nel suo essere “luogo di scambio” di beni e servizi dietro un compenso, ma anche nel suo porsi come “insieme di relazioni umanizzanti”, si rivela la chiave di volta per favorire un possibile raccordo con l’azione volontaria.