Franco Bettoni, presidente dell'ANMIL (Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi del Lavoro) ha 50 anni e ancora si commuove quando racconta l'evento che ha cambiato la sua vita.
“Ho perso il mio papà”, racconta, “quando lui aveva 37 anni e io 14. Lui si era rovinato i polmoni lavorando in un cementificio. Un anno dopo la sua morte ho cominciato a fare il manovale. Un giorno sono caduto da 6 metri e mi sono salvato. Resto convinto che mio padre, dal Cielo, quel giorno mi abbia salvato dalla morte. Ma purtroppo non è finita. Sono andato a lavorare in una fabbrica di bottoni dove c'erano dei macchinari micidiali. Tre persone ci hanno perso un braccio. Io ci ho quasi perso il mio, che è rimasto malconcio. Per salvarlo ho passato due anni in ospedale. Mi nascondevo dagli altri, provavo vergogna. Poi grazie anche all'aiuto della mi famiglia ho saputo reagire. Però la gente deve capire che un incidente sul lavoro ti cambia la vita e te la devi reinventare da capo”.
Bettoni la vita se la è reinventata portando avanti con l'ANMIL tante battaglie in favore della sicurezza sui posti di lavoro. Il 9 ottobre l'ANMIL celebra la 61a Giornata nazionale delle vittime del lavoro. “Celebriamo questa giornata”, dice Bettoni, “con lo spirito di sempre, cioè mettendo al centro la persona. Per noi anche un solo infortunio, un solo morto, è una sconfitta, perciò dobbiamo sforzarci perché ciascun lavoratore, quando esce di casa la mattina, sia sicuro di tornare a casa la sera”.
Per Bettoni la diminuzione dei morti sul lavoro certificata dall'INAIL è incoraggiante e probabilmente anche frutto dei continui appelli del presidente Giorgio Napolitano, tuttavia intende sottolineare un punto: “Non si può non tenere conto del fatto che la diminuzione degli incidenti è anche dovuta alla crisi economica. Purtroppo si è lavorato meno e con meno lavoratori nei cantieri e nelle fabbriche sono anche diminuiti gli infortuni”.
Per Bettoni la sicurezza sui posti di lavoro può essere garantita attraverso la prevenzione. “Io vado da anni nelle scuole a insegnare ai ragazzi e alle ragazze la cultura della prevenzione. Loro saranno i lavoratori, gli imprenditori e i sindacalisti di domani e devono prendere coscienza fin da giovanissimi dell'importanza della sicurezza”.


