Una vita nuova, una fede grande
E subito, uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. E venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento». Marco 1,10-11
Tre sono quelli che danno testimonianza: lo Spirito, l’acqua e il sangue; e i tre sono concordi». Il sacramento battesimale è l’espressione potente della «vittoria sul mondo» di «Gesù Cristo, il Figlio di Dio»; «chiunque», nel Battesimo, «è stato generato da Dio vince il mondo» come Gesù, con Gesù, e «la vittoria che ha vinto il mondo» è «la nostra fede». Chi crede ama! È questo il messaggio colmo di speranza che ci trasmette san Giovanni Evangelista nella sua Prima Lettera (II lettura), che struttura in continuità i temi centrali della nostra fede e il dogma trinitario, penetrando il mistero grande del primo sacramento, il Battesimo, quello che spalanca a ogni uomo, ferito dal peccato, le porte della Vita, nel qua
le si innestano tutte le chiamate individuali e le vocazioni speciali. Copiose sono «le sorgenti della Salvezza»: a esse «attingeremo con gioia», nel Signore onnipotente, il «Santo di Israele», «grande in mezzo al suo popolo», «nostra forza e nostro canto» (Responsorio, da Isaia 12).
Tutta la liturgia di oggi, I domenica del Tempo ordinario e Festa del Battesimo del Signore, torna sul segno dell’acqua, fonte di vita, simbolo della rinascita e della purificazione: il profeta Isaia, nella I lettura, invita tutti, e specialmente i poveri, a «venire all’acqua» e ad «acquistare senza denaro» ogni delizia, perché misericordioso è Colui che dona con larghezza; l’abbondanza è il segno della sua Benedizione potente, grande profezia, nell’Antico Testamento, del sacramento battesimale. Forte è l’invito alla conversione: «Perché spendete i vostri beni per ciò che non è pane e il vostro guadagno per ciò che non sazia?». È una domanda che ci interpella: quanto tempo,
quanto denaro, quanta fatica sprechiamo, quanti pensieri, distanti da quelli di Dio «come il Cielo sovrasta la terra», ci restituiscono delusione e scoramento, perché non sono centrati “dove è la vera Vita”, ma in apparenze frivole e desideri contingenti! Che cosa è la Vita, e Chi la dà? Tutti conosciamo la risposta, eppure troppe volte la nostra esistenza testimonia il contrario.
Siamo oggi invitati a tornare all’essenziale, a fare memoria viva e grata del nostro Battesimo, a celebrarne la ricorrenza, ogni anno, come il compleanno della nostra adesione alla fede. In esso siamo morti al peccato e risorti in Cristo, e così abbiamo ricevuto ogni dono! Tutti i Vangeli raccontano l’episodio del Battesimo di Gesù, e Marco lo fa con la sua consueta sobrietà: ha appena presentato Giovanni e ora ci presenta Gesù che si reca da lui, con «tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme», per «farsi immergere» nel Giordano, con loro e come loro: il Signore si è fatto uno di noi, non ha disdegnato le nostre povertà! Egli è la Parola annunciata da tutti i profeti, che «esce dalla bocca» del Creatore e «non ritorna a Lui senza aver compiuto ciò per cui l’ha mandata» (I lettura). Nel Battesimo di Gesù si manifesta a ogni uomo, anche ai più reietti che però hanno voluto recarsi al Giordano, la Trinità tutta: c’è Gesù, il Figlio amato, presente nel suo corpo divino e umano; c’è lo Spirito, concretamente visibile «in forma di colomba»; c’è il Padre, che si può ascoltare nella sua Parola fatta carne. Un solo Dio, uno e trino, una sola fede, un solo Battesimo! Lode a Dio!