Gentile padre, molti si rattristano con lei del fatto che la gente, soprattutto giovane, non va più a Messa. Leggo con interesse le sue risposte sull’argomento e vi trovo giustificazioni e rimedi desiderabili. Tra questi però non compare mai un accenno alle omelie. A me sembra che oggi siano spiegazioni letterali del Vangelo, non toccano le problematiche della vita attuale, non si tingono della nostra storia. Forse, come me, molti le sentiranno lontane, asettiche, esenti da partecipazione, compassione e carità. Le difficoltà che la vita ci presenta sono “altre” da quelle di ieri, il mondo cambia rapidamente, aspettiamo aiuto specialmente nelle sfere etiche, sociali, religiose. Se è vero che il sacerdote è pastore e conduce le sue pecore, l’aiuto lo aspettiamo proprio da lui. Gesù ha impastato il fango per dare la vista al cieco e ci ha messo la propria saliva; nelle prediche che ascolto manca la saliva. A volte penso che i sacerdoti siano diventati malsicuri: incerti e rassegnati, non si spingono oltre. Non sarebbe il caso di appellarsi alle loro energie, affinché le chiese non restino vuote? ANNARITA LAURENZI
Cara Annarita, grazie per la tua lettera. L’argomento omelie è apparso più volte in questi “Colloqui”. Ed è importante, forse non tanto per far tornare le persone a Messa, ma almeno per non allontanare chi già vi partecipa... Mi piace molto l’immagine evangelica della saliva. Penso che indichi il coinvolgimento di chi predica, oltre alla concretezza, alle indicazioni di vita a cui tu fai cenno. Aggiungo alcune con-siderazioni.
Prima di tutto è evidente quanto l’omelia sia importante per papa Francesco. Le dedica un lungo capitolo nell’esortazione programmatica Evangelii gaudium (da rileggere spesso), dà lui stesso l’esempio nelle Messe feriali da Santa Marta, comportandosi da buon parroco. La Congregazione per il culto divino, poi, ispirata dal Papa, ha pubblicato nel 2014 un Direttorio omiletico, con indicazioni ampie e puntuali (forse a qualche confratello è sfuggito...).
Aggiungo però che l’omelia non è tutto e non tutto può essere affidato a essa. La Messa, l’ascolto della Parola, la Comunione con il Signore hanno un valore in sé, a prescindere dalla predicazione del celebrante. E tante indicazioni pratiche, teologiche, sociali, morali, hanno bisogno di più tempo rispetto ai pochi minuti dell’omelia. È necessario affidarle alla catechesi, che purtroppo, specialmente quella agli adulti, è spesso in difficoltà, trascurata dagli stessi fedeli