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martedì 28 marzo 2023
 

Domenica 25 dicembre 2022 - Natale del Signore

Solennità del Signore con Ottava

 

Oggi festeggiamo la festa del Natale del Signore, dopo il lungo cammino dell’Avvento siamo giunti all’ingresso della mangiatoia, siamo, assieme ai pastori, pronti a contemplare la nascita del Salvatore dell’umanità. Se abbiamo vissuto con attenzione il tempo di preparazione a questo momento, riusciremo a non essere distratti dai tanti luccichii che illuminano le strade intorno a noi ma sapremo concentrare il nostro sguardo verso la fonte della vera luce. Oggi è una festa di luce. La luce chiede di essere accolta, spalanchiamo la nostra vita così che la luce del bambin Gesù possa irradiare nuova energia nel nostro cammino di fede.

L’angelo del Signore raggiunge i pastori mentre stanno svolgendo la loro ordinaria occupazione prendendosi cura del gregge loro affidato. Nella stessa maniera Dio ci viene incontro nel nostro correre costante delle giornate frenetiche di questo periodo, ma ci chiede di saper andare in disparte per gustare la nascita di suo figlio.

Nonostante le tante occupazioni da svolgere nelle giornate di festa che stiamo vivendo, la cosa importante è lasciarsi condurre di fronte a quel bambino in fasce, restare in silenzio davanti a Lui, lasciarci stupire dal miracolo straordinario di un Dio che si fa uomo per noi. Se non sapremo accantonare le cose da fare, non potremo gustare il dono immenso che si realizza a Natale e anche questa giornata ci scivolerà via, come ogni altro giorno.

Di fronte all’apparire dell’angelo i pastori sono presi da un grande timore: ogni volta che Dio irrompe nella nostra vita, può accadere di rimanere impauriti da tale manifestarsi. Questo timore, profondamente umano, si supera quando comprendiamo la gioia che Dio desidera donarci. Se ci fidiamo e ci affidiamo a Lui, allora scopriremo quali progetti straordinari ha in serbo per noi, scopriremo la bellezza di un Dio che non ha paura di accogliere in sé la fragilità tipica di un neonato, che sceglie di aver bisogno di un uomo e una donna che si prendano cura di lui, che abita questa Terra come la abitiamo noi. Contemplando quel bambino in fasce possiamo smettere di aver paura delle nostre fragilità, di sentirci in dovere di essere forti, di aver paura di dipendere da chi ci vuole bene. In un’epoca nella quale si esalta la prestazione, nella quale le immagini condivise sono filtrate per sembrare più affascinanti e nella quale si cercano sempre nuove sostanze per nascondere le nostre fragilità, il Natale ci aiuta a riscoprire la bellezza dell’umanità, con tutta la sua complessità e imperfezione. Quell’umanità che Dio stesso fa sua, per salvarla e redimerla dal peccato, per condurla fuori dalle tenebre, o forse sarebbe meglio dire: per ricordarle che la luce sconfigge le tenebre, che queste non hanno l’ultima parola sulla storia, nonostante i tempi difficili che stiamo attraversando.

Oggi Dio si fa uomo, per mostrare all’uomo quanto valga agli occhi di Dio, noi siamo chiamati a lasciarci abbracciare dal suo amore e illuminare dalla sua luce, perché siamo noi gli «uomini che egli ama».


22 dicembre 2022

 
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