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lunedì 19 maggio 2025
 

Domenica 29 agosto 2021 - Domenica che precede il martirio di San Giovanni il Precursore

Per la domenica che precede il martirio del Battista, il lezionario propone come tema unificante quello della vita donata: per osservare la Legge (la pagina dal libro dei Maccabei); per testimoniare Gesù Cristo (la lettera di Paolo); per annunciare il Regno (il vangelo di Matteo). La storia della madre dei martiri Maccabei è per noi, oggi, molto provocatoria: per condensarla in una domanda semplice, vale davvero la pena morire per non mangiare carne suina? La vita non è forse più importante di una norma alimentare, tanto più che essa è stata ritenuta superata dalla tradizione cristiana? Potremmo rispondere adducendo un diritto a cui tutti teniamo molto, giustamente, quello della libertà di culto e di religione, e questo sarebbe già sufficiente, ma si può aggiungere che nel contesto in cui è originata la vicenda dei fratelli Maccabei, la resistenza all’ellenizzazione forzata si esprimeva non solo con le armi (come di fatto accadrà), ma anche con il martirio di coloro che volevano rimanere fedeli alla Legge mosaica. I martiri cristiani faranno allo stesso modo: a loro sarebbe bastato compiere un’offerta con un poco di incenso, ma con ciò avrebbero rinnegato Gesù Cristo.

Oggi, quando ogni libertà sembra scontata, dovremmo ricordare che essa, invece, è stata pagata a caro prezzo da chi ci ha preceduto; dovremmo pure ricordare che anche i piccoli gesti valgono, e se per gli ebrei o i musulmani implicano un particolare regime alimentare, questi gesti anche per i cristiani esprimono ugualmente la fede. Tornando al martirio, anche san Paolo si sofferma sulle prove e sulle persecuzioni che ha patito per annunciare Gesù Cristo, avendo come modello le sofferenze del Messia: anche Gesù nel suo corpo ha vissuto quella “teologia della debolezza” che caratterizza ogni credente e ogni missionario. Si comprende, allora, perché Gesù prepari i suoi inviati a una speciale prova. I dodici non sono mandati a fare propaganda o a occupare posti, ma – come si legge chiaramente nel versetto settimo del capitolo del Vangelo che contiene il discorso di invio di Gesù – ad annunciare che «il regno dei cieli è vicino».

Tale messaggio, che dovrebbe suscitare gioia e speranza, porta invece conseguenze drammatiche: sia nella vita fisica (con la possibilità di perderla), sia nelle relazioni (con tensioni e divisioni nella propria famiglia). Due elementi, tra i tanti che sono nel discorso di Gesù, vanno sottolineati. Il Signore promette ai suoi missionari che, insieme alla persecuzione, avranno l’assistenza di sconosciuti che offriranno magari anche solo un bicchiere d’acqua fresca, come segno, però, della presenza divina: gli inviati non sono allo sbando, Dio è con loro. Ancora: i missionari non devono temere nelle persecuzioni, perché chi li osteggerà non è onnipotente, non ha il potere di «uccidere l’anima», che solo Dio esercita. Confortati da queste assicurazioni, anche noi possiamo affrontare le nostre piccole o grandi prove per il Vangelo e per cercare di essere coerenti con il Battesimo che ci è stato donato.


26 agosto 2021

 
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