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sabato 26 aprile 2025
 

Domenica 30 marzo 2025 - IV di Quaresima Del cieco

La quarta domenica di Quaresima è dedicata alla figura di un uomo cieco dalla nascita di cui Giovanni racconta al capitolo 9 del suo Vangelo. La sua condizione è subito oggetto di una richiesta di spiegazione che i discepoli rivolgono a Gesù.

A quel tempo, era credenza popolare diffusa il fatto che ogni malattia o sventura avesse qualche risvolto religioso poiché la si considerava conseguenza di un peccato. I discepoli sono dunque in cerca del colpevole cui attribuire la colpa di tale infermità che, a loro modo di vedere, è la giusta punizione di un Dio giudice che non tollera il peccato. Gesù risponde anzitutto spezzando il legame malattia-peccato e poi dichiarando senza ombra di dubbio che la volontà di Dio non è mai la distruzione dell’umano, quand’anche peccatore, ma la sua salvezza. Nella vicenda del cieco, infatti, Dio si rivela in Gesù non come chi punisce ma come colui che guarisce. Inoltre, a un livello ulteriore, il cieco guarito mostra come il compito di Gesù sia restituire luce all’esistenza – cioè senso e orientamento – attraverso quel che la sua parola rivela.

Il miracolo si compie rapidamente e suscita al suo intorno reazioni diverse. I conoscenti dell’ex cieco si dividono tra chi ritiene si tratti di un sosia e chi invece lo riconosce. Gli uni e gli altri sembrano però bloccati da un evento inspiegabile di cui non sanno dare ragione e che non riescono ad interpretare. Il cieco guarito fuga i dubbi circa la sua identità e a chi gli chiede conto della guarigione risponde con una mera cronaca dei fatti. D’altra parte, di Gesù non sa dire granché e nemmeno può farlo.

I farisei, che vengono interpellati a riguardo, per risolvere la questione si limitano a constatare che la guarigione è stata compiuta di sabato violando la legge del riposo. Dunque il guaritore non può certo essere un uomo di Dio. D’altra parte, ci sono differenze interpretative anche tra i farisei che dunque chiedono conto prima a colui che era cieco, che si sbilancia de- finendo Gesù un profeta e poi, non contenti, ai suoi genitori. Questi si defilano rapidamente. Disponibili a riconoscere il figlio, rifiutano di esprimersi a riguardo della guarigione per paura di incorrere in sanzioni da parte dei farisei.

Le autorità religiose convocano nuovamente il cieco guarito con l’intenzione, però, non di stabilire la verità, ma di convincerlo a sposare il loro giudizio dichiarando Gesù un peccatore. Questi si rifiuta riproponendo la realtà dei fatti in tutta la sua forza. Il sarcasmo con cui accompagna le sue risposte e le provocazioni che lancia ai farisei fa perdere loro le staffe. Non avendo modo di replicare agli argomenti stringenti dell’ex cieco usano il potere per affermare la loro ragione allontanando l’uomo. Ricompare improvvisamente Gesù che va a cercare il cieco guarito avendo saputo dell’allontanamento. La domanda che gli rivolge – «Tu credi nel Figlio dell’uomo?» – è quella centrale di Giovanni. Da lì passa la «vita piena» che l’uomo, guarito ormai dentro e fuori, non perde l’occasione di cogliere.


27 marzo 2025

 
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