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giovedì 15 maggio 2025
 

Domenica 7 gennaio 2024 - Battesimo del Signore

Dopo aver argomentato, nel primo capitolo della sua lettera, circa l’azione di salvezza e la novità di vita che Dio ha realizzato attraverso il suo Figlio Gesù, con il secondo capitolo l’autore di Efesini tocca da vicino la condizione in cui si trovano a professare la fede i suoi destinatari.

Li invita a considerare come l’azione del Signore abbia toccato la loro storia personale, segnando le loro biografie con un «prima» e un «poi» legati alla misericordia di Dio e alla croce di Gesù.

Da un passato di peccato, sono giunti a un presente di misericordia e salvezza. Da un tempo di lontananza ed estraneità, si trovano ora a partecipare con piena cittadinanza al popolo di Dio.

Il brano che ascoltiamo nella seconda lettura della Domenica del Battesimo di Gesù è tratto proprio dal capitolo due di Efesini, in particolare, dalla seconda parte dello stesso. L’autore si rivolge in particolare ai lettori cristiani provenienti dal paganesimo e non appartenenti a Israele, che costituivano una porzione importante della comunità.

Nelle parole che riserva loro, la salvezza viene descritta come riconciliazione ecumenica tra due grandi ali religiose del mondo antico mediterraneo: ebrei e pagani.

Una nuova realtà comunitaria è nata in Cristo e l’autore descrive la nascita per mezzo di immagini suggestive ed eloquenti: ciò che era lontano è divenuto vicino; quel che era diviso è ora una cosa sola; ogni ostacolo alla piena comunione è stato abbattuto e anche la Legge è stata scalzata dalla nuova legge di salvezza scritta nella carne e nel sangue di Gesù, per mezzo della sua croce.

In Gesù e nel suo donarsi ci sono un’intenzione e un’azione di riconciliazione e pace che offrono e aprono il cammino della fraternità e dell’amicizia.

Accogliere questa chiamata al superamento dell’inimicizia a favore dell’unità è dono dello Spirito e, allo stesso tempo, accoglienza dello stesso.

Nel Gesù mescolato alla folla accorsa al Giordano per farsi battezzare da Giovanni, ascoltiamo, seppur in modo diverso, la stessa parola di riconciliazione che invita ad abbattere le barriere che impediscono la fraternità.

Il Figlio di Dio si confonde con i peccatori dichiarandosi parte del popolo di coloro che sono chiamati alla conversione.

Tra Lui e loro non v’è alcuna distanza o separazione elitaria e le parole che scendono dai cieli squarciati confermano che in quella comunione di destini che il Figlio sta annunciando, si vede chiaramente il volto del Padre.

Lo Spirito presente in Gesù è Spirito di pace, riconciliazione, fraternità. Il mistero del Natale appena celebrato ci ha riconsegnato ancora la verità meravigliosa del Vangelo: ogni volta che scegliamo la via della comunione chiamando il nostro prossimo fratello o sorella, rendiamo visibile e tangibile il mistero di Dio e della sua presenza amante.


04 gennaio 2024

 
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