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lunedì 27 marzo 2023
 

Domenica 8 gennaio 2022 - Battesimo del Signore (Festa)

Festeggiamo in questa domenica la solennità del Battesimo del Signore. Gesù sceglie liberamente di presentarsi da Giovanni per essere battezzato da lui: nonostante non avesse bisogno di vivere quel gesto, si mette in fila con tutti gli altri peccatori per essere battezzato nel Giordano. Giovanni è ben cosciente del paradosso di questo gesto: era lui che necessitava di ricevere il perdono dei peccati come ogni uomo.

Gesù, dopo la decisione mostrata con l’incarnazione di avere bisogno delle cure di una madre e di un padre, ora compie un altro gesto che serve a noi e non a Lui. Egli condivide con i peccatori questo atto di conversione, Colui che è simile a noi in tutto eccetto il peccato non fa sentire sola l’umanità colpita da questa macchia. Possiamo dire che non è il peccato ad allontanare Dio da noi, ma piuttosto siamo noi che ci allontaniamo da Lui quando ci lasciamo trascinare dalle nostre fragilità. Questo cambio di prospettiva diventa un aiuto concreto per non credere mai di essere abbandonati da Lui. Se, sbagliando, crediamo che sia Gesù ad allontanarsi, avremmo sempre meno aiuti nel combattere il peccato e nel saperci rialzare, perché saremmo sempre più soli. Invece Lui, di fronte al nostro allontanarci, resta costantemente accanto a noi, non allontana la Sua mano che desidera essere un appiglio per rialzarci. Una visione scorretta di Dio di fronte al nostro peccato, ci condanna ad essere sempre più soli, sempre più schiacciati dal peso delle nostre cadute ed impossibilitati a riprendere il cammino. Il cammino di salvezza non è possibile che si attui restando soli, puntando solo sulle nostre forze, ma è un dono che implica la presenza di Dio e che bisogna accogliere. Dopo aver vissuto il battesimo, una voce dall’alto manifesta la vera identità di Gesù. Alla stessa maniera il Battesimo, che abbiamo vissuto in prima persona, ci mostra la nostra identità: essere figli nel Figlio. Basta poco per dimenticarci della nostra identità, per smettere di sentirci figli di Dio e quindi incapaci di vivere come suoi figli. A ciascuno di noi è data la possibilità di vivere questa straordinaria adozione, che stravolge il nostro orizzonte ed elimina per l’eternità il dramma del restare orfani.

Ricordarci della nostra figliolanza vuol dire ricordarsi della fratellanza che ci lega gli uni agli altri, implica quindi un impegno concreto nelle relazioni, nell’aiuto fattivo nei confronti del prossimo, nel superamento delle discriminazioni e delle esclusioni. Sappiamo vivere da fratelli? Sappiamo vivere come scrive san Paolo nella seconda lettura: «Fratelli, in Cristo Gesù, voi che un tempo eravate lontani, siete diventati vicini»? Essere vicini vuol dire non essere più stranieri, non essere più ospiti, nei confronti di Dio, ma ancor più nei confronti di ogni uomo. Tutto questo implica il superamento delle distanze, spendersi perché si realizzino le condizioni che non facciano sentire nessuno rifiutato, allontanato o guardato con sospetto semplicemente perché vive una condizione diversa dalla nostra. Iniziamo a vivere da fratelli, iniziamo a ricordarci di essere figli!


05 gennaio 2023

 
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