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venerdì 21 marzo 2025
 

Spesso crediamo che il male sia fuori di noi, ma lo portiamo dentro

Mc 7,14-23 - Mercoledì della V Settimana del Tempo Ordinario - Anno dispari - (12 febbraio 2025) - 

 «Ascoltatemi tutti e intendete bene: non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa contaminarlo; sono invece le cose che escono dall’uomo a contaminarlo». Le parole di Gesù nel vangelo di oggi vanno esattamente contro la nostra mentalità comune. 

Infatti tutti siamo convinti che sono le cose che ci circondano a infettare o nutrire la nostra vita. Per questo ci teniamo lontani dal dolore degli altri, dalle esperienze di morte, dai limiti della vita, da tutto ciò che ci ricorda quanto siamo piccoli in questo universo così grande. Tutti molto spesso pensiamo che il male che dobbiamo combattere è quello fuori di noi, attorno a noi. Ma pochi si accorgono che tutti abbiamo dentro un cavallo di Troia e che è il nostro cuore. Molto spesso è lì la radice vera del male che ci affligge e che non riusciamo a sconfiggere.

È lui il vero Faraone da cui dobbiamo scappare. È lui il vero Egitto che ha bisogno di essere evaso. È lui l’otre vecchio che deve farsi nuovo per accogliere il vino nuovo: «Ciò che esce dall’uomo, questo sì contamina l’uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono le intenzioni cattive: fornicazioni, furti, omicidi, adultèri, cupidigie, malvagità, inganno, impudicizia, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dal di dentro e contaminano l’uomo». Ma si sa che è più facile cambiare il mondo e gli altri invece di sé stessi. E preferiamo vivere in una società che ci fa lavare e disinfettare continuamente le mani per paura dei batteri. Che ci fa sterilizzare ogni cosa temendo che ci faccia ammalare. Ci fa sistematicamente cercare cose nuove e buttare quelle vecchie, ma solo perché pensiamo che basta avere la vita biologica salva per dire anche che l’abbiamo fatta franca. 

Rischiamo di morire sani e sterilizzati ma senza aver mai conosciuto la gioia. Perché la gioia nasce dall’igiene del cuore e non da due semplici mani pulite. Quelle vanno bene per buona educazione. Il cuore invece per avere la vita autenticamente salva.

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11 febbraio 2025

 
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