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Destatosi dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore e prese con sé la sua sposa,
La figura di Giuseppe di Nazareth è già in se stessa una pagina di Vangelo, anzi dovremmo dire che San Giuseppe è la personificazione del Vangelo. Infatti in lui incontriamo un’umanità giusta, una capacità di fidarsi che dà le vertigini, e una immensa concretezza. Le pagine del Vangelo che parlano di lui sono poche, eppure quelle sintetiche pennellate ne restituiscono la sua grandezza. Non parla mai nel Vangelo, ma ogni volta che ha qualcosa da dire sceglie di agire con i fatti. La sua discrezione non è timidezza ma capacità di saper far emergere sempre gli altri, rarità in un mondo come il nostro in cui si preferisce la vetrina che la seconda fila dimenticando che ogni cosa importante ha bisogno sempre di un fondamento nascosto su cui poggiare.
E’ così che lo troviamo nella pagina del Vangelo di Matteo quando rassicurato dall’angelo in sogno (allegoria straordinaria di un uomo ha una vera vita spirituale) decide immediatamente di assumersi la responsabilità del bambino e di sua madre: “Destatosi dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore e prese con sé la sua sposa”. Basterebbe questo a spingerci ad essere per lo meno come lui: uomini e donne giusti che trovano nella preghiera la luce per fare ciò che va fatto. Ma anche uomini e donne di preghiera che sanno che stanno davvero pregando grazie all’immensa concretezza a cui li spinge la stessa preghiera. Parlare troppo senza concludere nulla, o pregare senza prendere delle decisioni sono l’antitesi di quest’uomo che ha fatto da Custode e padre a Gesù, e ora fa il padre e il custode della Chiesa tutta.
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