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La settimana santa inizia a casa degli amici di Gesù, Marta, Maria e Lazzaro. Sembra che il Vangelo voglia suggerirci che solo l’affetto di chi ci vuole bene ci abilita ad affrontare le cose più difficili della vita. Gesù è veramente uomo perché non nasconde la sua umanità, il suo bisogno di sentirsi voluto bene da qualcuno. Per questo il gesto così potente di Maria non è solo un gesto simbolico, ma rappresenta la principale umiltà di Gesù che consiste in un dettaglio che quasi sempre trascuriamo: la vera umiltà è lasciarsi amare.
“Maria allora, presa una libbra di olio profumato di vero nardo, assai prezioso, cosparse i piedi di Gesù e li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì del profumo dell'unguento”. L’amore vero è l’unica cosa che profuma la vita, il resto è solo il tanfo del mondo. Ma solo chi ama può capire l’amore, gli altri invece faranno sempre letture distorte su di esso: “Allora Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che doveva poi tradirlo, disse: «Perché quest'olio profumato non si è venduto per trecento denari per poi darli ai poveri?»”.
L’evangelista Giovanni si affretta a dirci che sono i discorsi di un ladro, ma dobbiamo stare attenti a pensare che essi sono solo i discorsi di Giuda. Anche tra noi può accadere che i poveri vengano tirati in ballo per essere strumentalizzati e non certamente per essere riconosciuti come il sacramento di Cristo. La Chiesa si occupa dei poveri perché si occupa di Cristo. Se la Chiesa dimentica Cristo allora smette di occuparsi dei poveri rischiando invece di trasformarli in un affare. «Lasciala fare – dice Gesù – perché lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me».
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