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La pedagogia del Risorto la si vede in azione proprio nel racconto che ne fa l’evangelista Luca nella pagina del Vangelo di oggi. È il famoso episodio dei discepoli di Emmaus.
Il Risorto in persona si mette a camminare accanto a questi due discepoli delusi che dopo i fatti della passione e della croce se ne tornano a casa. Anch’essi non riconoscono Gesù e lo scambiano per un qualunque pellegrino straniero che chiede informazioni su ciò di cui stanno parlando: “«Che sono questi discorsi che state facendo fra voi durante il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli disse: «Tu solo sei così forestiero in Gerusalemme da non sapere ciò che vi è accaduto in questi giorni?»”. In realtà non solo egli sa di cosa stanno parlando, ma è egli stesso il protagonista della storia che tentano di raccontare. Pazientemente Gesù li istruisce: “«Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui”.
Più tardi pensando a quelle parole si sarebbero detti l’un altro: “«Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?». Ma è nella locanda di Emmaus che accade la rivoluzione: “Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma lui sparì dalla loro vista”. Ormai però rincuorati tornano indietro e vanno ad annunciare agli altri di aver incontrato Gesù Risorto.
Senza accorgercene questo brano fa da impalcatura a ogni celebrazione eucaristica. Infatti in una prima parte ascoltiamo la Parola di Dio, poi il presbitero la spiega, e infine tutto si ricapitola sulla tavola dell’altare dove il pane spezzato e il vino versato diventano il corpo e sangue di Cristo. E non a caso ogni celebrazione eucaristica finisce con questo invito “andate in pace”, chiara allusione ad annunciare agli altri alla maniera dei discepoli di Emmaus.
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