Annunciare la gioia di costruire il Regno
Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui.
Giovanni 1,6-7
Esulta la Chiesa nella III Domenica di Avvento, la Domenica Gaudete, segnata dal colore rosaceo dei paramenti e non da quello viola tipico dei tempi forti di conversione, e caratterizzata, ogni anno, dall’invito a rallegrarsi e
a rinsaldare il passo, poiché si avvicina il giorno glorioso del nostro Salvatore: «Io gioisco pienamente nel Signore, la mia anima esulta nel mio Dio, perché mi ha rivestito delle vesti della salvezza, mi ha avvolto con il manto della giustizia,bcome uno sposo si mette il diadema e una sposa si adorna di gioielli» (I lettura). Queste parole del terzo Isaia sono risuonate già, in Avvento, nell’antifona di ingresso della solennità dell’Immacolata ed evocano la figura perfetta della donna di Sion, “nuova Eva”, chiamata in modo speciale ad accogliere il Signore e a darlo al mondo: lo conferma il Salmo responsoriale di oggi, tratto dal Cantico di Maria, il Magnificat (Luca 1).
La Madre del Salvatore, il cui “sì” ci ha spalancato la salvezza, ci insegna a riconoscerci amati dal Padre e ad assumere, con coraggio e gratitudine, la missione assegnataci nel Battesimo, che ci fa figli nel Figlio e «ci riveste della salvezza e della giustizia», e rinnovata su di noi attraverso le singole vocazioni speciali. Così, camminando “insieme”, presbiteri e sposi, consacrati e laici, “insieme” costruiamo il Regno, in questo mondo smarrito che ha bisogno di Dio, e ne siamo, “insieme”, ciascuno al suo posto nell’unico Corpo di Cristo che è la Chiesa, testimoni luminosi.
Maria compie perfettamente, nel suo “sì” e nella sua vita (cfr. Luca 1,26- 56) quanto evoca il contesto della I lettura, ove, poco prima dell’esplosione di gioia per ciò che ha ricevuto dalla bontà di Dio, il profeta ha affermato: «Lo Spirito del Signore è su di me. Egli mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare il lieto annuncio ai poveri, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati, a proclamare la libertà degli schiavi, la scarcerazione dei prigionieri, a promulgare un anno di grazia del Signore». È la profezia che Gesù, “nuovo Adamo”, proclama nella sinagoga di Nazaret, al principio della sua missione, precisando che essa si compie in Lui (cfr. Luca 4,16-21): allo stesso modo essa si compie, in Cristo, su ciascuno di coloro che sono fatti in Lui “uomini nuovi” nel Battesimo. La gioia che la Chiesa ci invita a provare si esprime, nel Vangelo di oggi (Giovanni 1), con le parole del Precursore, l’innamorato di Dio, che ha trovato il Signore e ha scelto di stare con Lui: questi «venne come testimone per dare testimonianza alla luce», per invitare alla conversione (II Domenica di Avvento), nella gioia (III Domenica) e nella perseveranza (I Domenica) della fede. Essere lieti e impegnarsi con zelo «perché Dio sia tutto in tutti» (1Corinzi 15,28) sono due dimensioni inscindibili della medesima salvezza: il cristiano non è un musone, ma un uomo pieno, realizzato, «sempre lieto»che«in ogni cosa rende grazie» (II lettura, 1Tessalonicesi 5) perché ha Dio con sé: Gaudete!