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domenica 20 aprile 2025
 
Rito romano Aggiornamenti rss don Gianni Carozza

IV Domenica di avvento (anno C) 22 dicembre 2024

La danza dei due Testamenti

«Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai
miei orecchi, il bambino ha sussultato
di gioia nel mio grembo. E beata colei
che ha creduto nell’adempimento
di ciò che il Signore le ha detto».
Luca 1,44-45

 

La quarta domenica di Avvento, che precede immediatamente il Natale, è fin dall’antichità dedicata alla figura di Maria e il Vangelo secondo Luca ci racconta la sua visita alla cugina Elisabetta. L’incontro di queste due madri che aspettano un bambino mette in evidenza la beatitudine di Maria, colei che ha creduto. Maria è una donna di fede, ha accolto la Parola di Dio e le ha dato carne. Ella è beata perché è discepola del Signore e in lei si è realizzata la promessa.

La prima lettura presenta una grande profezia messianica dell’Antico Testamento. Il profeta Michea compone un oracolo a favore di Betlemme, un villaggio sperduto sulle montagne della Giudea. In quel villaggio era nato Davide, che molti secoli prima era stato re di Israele. Aveva iniziato il regno e aveva portato alla gloria un popolo disperso e oppresso.

Come in passato un piccolo pastore, proveniente da un villaggio sperduto, aveva potuto dare così lustro alla nazione, anche in futuro dal piccolo sorgerà il grande: «da te, Betlemme, uscirà per me colui che deve essere il dominatore in Israecome le» (Michea 5,1). Ciò avverrà, dice il profeta, quando «partorirà colei che deve partorire».

Nella seconda lettura, la Lettera agli Ebrei presenta l’atteggiamento del Figlio di Dio che accetta di diventare uomo e con le parole di un salmo dice al Padre: «Io vengo per fare la tua volontà» (Ebrei 10,7). È Dio-Figlio che parla a Dio-Padre; conosciamo così l’atteggiamento del Figlio che accetta di diventare uomo. Il Figlio non è stato costretto, ma liberamene e generosamente ha accettato di annullarsi, di abbassarsi, di diventare creatura, Lui che è eterno creatore con il Padre e lo Spirito.

Il Figlio eterno vuole nascere  Israecome uomo e Maria vuole diventare la madre di Dio fatto uomo: Dio e l’umanità si incontrano in questa buona volontà, in questa benevolenza, in una disponibilità grande a compiere l’opera della salvezza. Per questo, come racconta il Vangelo (Luca 1,39- 48), nell’incontro tra le due madri Maria ed Elisabetta “danza” Giovanni nel grembo della madre così come, ancora in forme impercettibili, doveva danzare Gesù. È la danza dei due Testamenti, di quello antico e di quello nuovo. E Maria risponde a questa danza intonando il Magnificat, che è espressione di una danza del cuore.

Le due donne del Vangelo ci ricordano che la verità vera, quella che salva, non è una conquista, ma un dono. È una verità che, per la presenza dello Spirito Santo, ci abita, illumina l’intelligenza e accende il cuore, per cui si corre, come ha fatto Maria, verso l’incontro, la condivisione, il servizio.

È bello contemplare, ormai a ridosso del Natale, due piccole creature che esultano nel grembo delle loro madri, due donne colme di felicità, un momento privilegiato in cui il tempo si dilata sull’eternità e in cui altro non può essere detto se non il Magnificat, il canto della pure lode a Dio.


19 dicembre 2024

 
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