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martedì 05 novembre 2024
 

L'ultima lezione di Piero Angela

Caro direttore, la recente scomparsa del giornalista e divulgatore scientifico Piero Angela ci offre l’opportunità di riflettere sulla morte e sul giusto modo di porsi nei confronti di questa nostra “sorella”, come la chiamava san Francesco, oscura e inquietante. Di fronte a essa il nostro animo si può disporre fondamentalmente secondo due atteggiamenti: grande timore o serena accettazione. È strano constatare come, a volte, il dichiararsi credente non risulti affatto una garanzia di una positiva accettazione della fine della nostra esistenza. Che bella testimonianza ha reso sulla morte l’ateo (almeno così lui si definiva) Piero Angela che, come riferisce il figlio Alberto, «amava ripetere un aforisma di Leonardo: “Siccome una giornata ben spesa dà lieto dormire così una vita ben usata dà lieto morire”». Proseguiva poi il figlio: «Ci ha insegnato tante cose, con libri e trasmissioni, ma anche con l’esempio: negli ultimi giorni mi ha insegnato a non aver paura della morte». Non c’è molto da aggiungere, credo. Se non rispondere con le parole di Dietrich Bonhoeffer: “Non credo in una religione che non faccia fiorire l’umano!” LUIGI

Caro Luigi, anche a me ha colpito la serenità e l’eleganza con cui questo maestro del giornalismo, che non professava alcuna fede se non nell’uomo e nella sua capacità di conoscere e di elevarsi culturalmente, è morto. Mia mamma, commentando molti anni fa la morte di una nostra parente, mi disse similmente: «Chi vive bene, muore bene». Ognuno ha la sua personale via nel vivere, nel morire e nell’incontrare il Padre misericordioso che ci attende. Personalmente mi piace affidarmi a quanto dice san Paolo: «Per me il vivere è Cristo e il morire un guadagno» (Filippesi 1,21). Se vivo con Cristo, la morte è solo il compimento eterno di quella dolce compagnia in terra


23 agosto 2022

 
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