Fulvio Collovati (foto Ansa)
Alla fine le scuse di Fulvio Collovati, seguite al serpeggiare della notizia che la Rai starebbe valutando la sua sospensione dalla trasmissione Quelli che il calcio, sono arrivate. Un po’ tardi, e un po’ dopo aver minimizzato in un’intervista al Corriere le frasacce infelici pronunciate domenica a proposito di donne, dando vista di non averne ben compreso la carica offensiva. Quando sente una donna parlare di tattica, diceva domenica il campione del mondo 1982, gli “si rivolta lo stomaco. Se tu parli della partita di come è andata e cose così, bene. Ma non puoi parlare di tattica, perché la donna non capisce come un uomo, non c’è niente da fare”.
Un autogol clamoroso, certo, ma non sono tra quelli che vorrebbero la testa di Collovati, in un tempo storico in cui frasi indifendibili discendono da ben altre sfere. Continui pure Collovati a discettare in Tv magari limitandosi alla tattica, dato che è il suo mestiere e si presume che la conosca. Per il momento può bastare la figurina di palta rimediata e moltiplicata urbi et orbi grazie alle risposte su twitter: gustatevi tra le altre quelle ironiche ed eleganti di Milena Bertolini Ct dell’Italia donne, di Rita Guarino allenatrice della Juventus femminile e del radiocronista Riccardo Cucchi. Dovrebbe bastare di lezione. A patto, però, che il signor Collovati colga l’occasione per alzare un attimo lo sguardo dalle righe del campo di cui evidentemente è rimasto prigioniero: giusto il tempo di scoprire che le donne capiscono abbastanza da aver vinto premi Nobel in ogni campo, dalla medicina alla letteratura; diretto centri di ricerca di valore internazionale; partecipato a missioni spaziali; scritto canzoni diventate colonne sonore universali; assicurato alla giustizia mafiosi e criminali di guerra, governato Paesi, diretto orchestre nei maggiori teatri, salvato vite in sala operatoria e, udite udite, vinto il Premio Vázquez Montalbán per il giornalismo sportivo, giusto qualche giorno fa. Dopodiché se vorrà ancora pensare che per tutto questo serva minore acume che per afferrare la differenza tra un 4-3-3 e un 4-4-2 faccia pure, ma abbia il buongusto di dirlo al bar, non alla Tv di Stato.