Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
sabato 12 ottobre 2024
 

Natale del Signore - 25 dicembre 2020

La grande alleanza tra carne e parola

 

A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni 1,1-18

 

 

Per intuirlo dovremmo essere amici della Bibbia, concittadini dei suoi molti abitanti. La Bibbia è umanesimo della parola. Oggi ne resta una traccia forte nella liturgia e nei sacramenti cristiani, quando la realtà delle cose cambia dicendo parole.

Nella Bibbia Dio – YHWH – era Parola, era “una voce”. «Dio nessuno lo ha visto», ma alcuni lo hanno ascoltato, hanno sentito la sua voce. L’hanno ascoltata i patriarchi, Mosè, i profeti. E ce l’hanno raccontata. Un giorno quella voce antica e meravigliosa divenne un bambino. Sta qui il Natale: credere che in quel bambino c’è l’Adam, Abele, Noè e Abramo e le loro Alleanze, Giacobbe, i suoi ‹gli e Rachele, Mosè e la Legge di parole, Davide, Tamar, e poi tutti i profeti, i “virgolettati di Dio”, fi‹no a Giovanni. E con loro ci sono anche Caino, Agar e Ismaele, i fratelli di Giuseppe, Saul, Uria l’Ittita, Gezabele.

Gesù è vero uomo, oltre che vero Dio, perché quella Parola-Verbo-Logos diventato carne è parola di Dio detta con parole umane, con tutte le parole umane. La fede ci dice che Gesù non ha conosciuto il peccato, ma i Vangeli ci dicono che ha conosciuto i limiti e le emozioni degli uomini, come noi. Ha sofferto la sete, ha pianto, si è commosso, si è indignato, ha provato i sentimenti dell’amicizia, ha gridato l’abbandono. Gesù ci può salvare tutti perché nella sua carne c’è tutta la Parola.

 

UNA NOVITÀ DECISIVA

Per secoli tutte le Messe terminavano con la recita del Prologo del Vangelo di Giovanni. Il testo forse più teologico di tutti i Vangeli, che però ha accompagnato la pietà popolare quotidiana del popolo cristiano. Perché se facciamo fatica a capire il mistero della Santissima Trinità e dell’Incarnazione, tutti possiamo capire, in quanto uomini e donne, che la parola è diventata carne. Perché la parola è carne, è sangue e ossa. Solo la “parola” degli idoli è vanitas, vento e fumo. La parola dei viventi è corpo, e la parola del Dio dei viventi incide la carne, ci trasforma e trasforma la storia.

La parola diventata carne ci dice che cosa è il corpo nel cristianesimo. Ha un valore e una dignità in‹finiti. Ogni corpo, sano e malato, giovane e vecchio, ha in sé un pezzo di Trinità, è fatto anche di cielo. Tutta la Bibbia ha una grande stima della nostra carne. Il primo segno dell’alleanza tra Dio e Abramo è la circoncisione della carne. I profeti, tutti, parlano con tutto il loro corpo, dicono «oracolo del Signore» non solo con la bocca, ma con tutta la loro carne.

In quella notte santa e unica la Parola divenne carne perché, in qualche modo vero, lo era già. E continuò a esserlo ‹no alla ‹ne, inchiodata su una croce, risorta con le stigmate della passione. E il Verbo si è fatto carne e ha posto la sua tenda in mezzo a noi. Buon Natale.


24 dicembre 2020

 
Pubblicità
Edicola San Paolo