Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
venerdì 18 aprile 2025
 
Il blog di Gianfranco Ravasi Aggiornamenti rss Gianfranco Ravasi
Cardinale arcivescovo e biblista

«Non voglio che tu la guarisca, ma che la ami»

Sono due autori lontanissimi tra loro, eppure hanno ribadito un’identica verità. Il tragico greco Eschilo nel V sec. a.C. affermava: «La saggezza si acquista con la sofferenza». Lo scrittore americano Saul Bellow nel romanzo Il re della pioggia del 1959 confermava che «la sofferenza è l’unico mezzo valido per rompere il sonno della ragione». Il malato è costretto a prendere coscienza del suo limite, smitizzando ogni illusione di onnipotenza.

Sente il bisogno dell’altro che quasi lo coccoli come un bambino; scopre una nuova gerarchia dei valori che non sono solo quelli materiali; sente spesso vibrare – persino se non è credente – una tensione verso Dio che può diventare preghiera o bestemmia. Abbiamo scelto di riprendere il tema della sofferenza, dopo averlo presentato la scorsa settimana in occasione del Giubileo dei malati. Ora siamo, invece, nella settimana della Passione del Signore e sarà significativo, nella liturgia di questa domenica, seguire il racconto evangelico di Luca.

Come per gli altri evangelisti, egli rappresenta Cristo mentre sperimenta tutta la gamma dei dolori che l’umanità vive. Ha paura della morte («Padre, se vuoi, allontana da me questo calice!»); è travolto, nella sua preghiera sotto gli ulivi del Getsemani, da uno sconvolgimento fisico («il suo sudore diventò come gocce di sangue»); viene tradito dal suo discepolo Giuda ed è rinnegato dal primo degli apostoli, Pietro, per cui egli prova l’amarezza dell’isolamento.

È torturato dai soldati romani, è umiliato dall’autorità ufficiale religiosa (il processo davanti al Sinedrio) e da quella imperiale (Pilato) ed ebraica (Erode Antipa). Si trascina fino al Calvario per subire la pena di morte infame della crocifissione, riservata ai ribelli antiromani e agli schiavi. Eppure si preoccupa ancora di confortare una vittima in croce come lui, il malfattore pentito, in mezzo agli oltraggi e alle derisioni degli spettatori di questa macabra scena. Secondo Matteo e Marco subisce anche la prova estrema, il silenzio del Padre («Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? »), mentre Luca lo sente pronunciare queste ultime parole di fiducia: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito».

Abbiamo evocato questa trama di dolore per mostrare come tutte le nostre sofferenze – anche le più sconcertanti, come quella della persona innocente – sono state attraversate da Gesù, nostro fratello nell’umanità. Tuttavia, anche in questo abisso oscuro egli rimane il Figlio di Dio e, quindi, depone nel nostro soffrire e morire un seme di salvezza, di speranza, di luce, di eternità: è la Pasqua che subentra alla tenebra della tomba.

Malati, sofferenti e miseri devono avere i primi posti nel nostro impegno in questo Anno Santo. E come abbiamo iniziato con voci esterne alla fede cristiana, così concludiamo con una figura agnostica, lo scrittore Ennio Flaiano (1910-1972), la cui vita fu provata dal dramma di una figlia gravemente disabile. In un abbozzo del 1960 egli immaginava il ritorno di Cristo sulla terra oggi, infastidito da Tv e giornalisti ma, come un tempo, attento ai malati. Ed ecco la scena centrale, implicitamente autobiografica, di quel testo: «Un uomo condusse a Gesù la figlia malata e gli disse: “Io non voglio che tu la guarisca, ma che tu la ami”. Gesù baciò la ragazza e disse: “In verità, quest’uomo ha chiesto ciò che io posso e voglio dare”. Così detto, sparì in una gloria di luce».


10 aprile 2025

 
Pubblicità
Edicola San Paolo