Custoditi da Maria nello Spirito
[In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli]: «Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio». Giovanni 15,26-27
La grande solennità che chiude il Tempo pasquale, giubileo e compimento della Risurrezione, è in continuità con la Pentecoste israelitica, festa della Legge e dell’Alleanza di Dio, che cade a 50 giorni dalla celebrazione della Pasqua ebraica. Meditiamo due liturgie, della Veglia e del Giorno; si manifesta oggi, in pienezza, la perfezione del mistero della Redenzione, l’orizzonte senza tempo di una salvezza potente che attraversa e supera la storia nel segno dello Spirito Santo: è Lui, Persona della Trinità, Dio vivo e vero, il protagonista del tempo della Chiesa, sposa, madre e maestra, radunata da Cristo, nata dal suo sacrificio di salvezza, fino alla fine dei tempi rinnovata e fecondata dallo Spirito che dà la Vita, «crea e rinnova la faccia della Terra» (Salmo 103, Responsorio del giorno): «Dal suo grembo sgorgheranno fiumi di acqua viva» (Giovanni 7, Vangelo della Veglia).
La Pentecoste è incorniciata da due feste della Madonna, Regina degli Apostoli (sabato prima di Pentecoste, settimo di Pasqua) e Madre della Chiesa (lunedì dopo Pentecoste, con cui riprende il Tempo ordinario); Maria, presente con gli Undici a Pentecoste, immagine e profezia della Chiesa, custodisce in ogni tempo il Corpo mistico del Figlio e lo conserva nell’unità e nell’afflato evangelico, con la potenza dello Spirito, la cui presenza si manifesta, nel racconto lucano (Atti 2, I Lettura del giorno), con fenomeni simbolici: si ode «un rombo come di vento», si vedono «lingue di fuoco» e gli idiomi distintisi al principio, a Babele «porta di Dio», luogo di un intervento capitale, e salvifico, del Creatore nella Storia dell’uomo (Genesi 11, I Lettura della Veglia), tornano protagonisti, al compimento della Rivelazione, a Gerusalemme, «città del grande Re» (cfr. Salmo 32, Responsorio della Veglia), e trovano una nuova unità non nell’appiattimento delle differenze, che distrugge la specificità di ciascuno, ma nello Spirito, Amore, che ci “rende uno” rispettando e valorizzando le nostre peculiarità.
Egli «intercede per noi», che «non sappiamo neanche cosa sia conveniente domandare» (Romani 8, II Lettura della Veglia), ci offre la Sapienza di Dio e rende il nostro cuore docile alla sua volontà; senza di Lui, anche se rispettiamo la Legge, cadiamo nelle opere della carne e restiamo senza «amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé: contro queste cose non c’è Legge» (Galati 5, II Lettura del giorno). Non si tratta di una lista di parole altisonanti, vuote di concretezza, ma della verità del cristiano: un vademecum per verificare la nostra vita alla luce nuova del Vangelo.
Queste virtù, «frutti dello Spirito», risplendono in Gesù: si può dire lo stesso di noi? Il Figlio, «dal Padre», ci «ha mandato il Paràclito, Spirito di Verità», che «gli dà testimonianza», perché «anche noi diamo testimonianza» (Giovanni 15, Vangelo del giorno): in greco il verbo marturèo dice l’adesione a una Verità stabile, su cui si fonda l’intera vita e per cui si è pronti ad affrontare la morte! Questa Verità potente, dopo la Pentecoste, ha fatto partire gli apostoli fino ai confini del mondo per annunciare Cristo, unica salvezza; la stessa Verità, con lo Spirito di Dio, è su di noi dal Battesimo: siamo pronti a partire, apostoli tra la gente? Buona domenica, Buona Pentecoste!