La notizia è recente: i moscerini invecchiano prima se vedono i loro compagni morire. La ricerca, pubblicata sulla rivista Plos Biology dall’Università del Michigan (Usa), apre importanti scenari nel contrasto al naturale decadimento dell’organismo. Ma il lato più importante di questa indagine è un altro. Già da tempo, le neuroscienze si occupano dello stretto legame esistente tra le relazioni sociali e le reazioni dei neuroni.
Se i moscerini “provano” un dispiacere così immenso nel vedere il loro prossimo soffrire e deperire, pensiamo che cosa può scatenare nel nostro organismo, molto più complesso rispetto a quello di un insetto, un simile evento. In particolare, la neurosociologia ci aiuta a riflettere sull’importanza delle relazioni che ha riflessi notevoli sul nostro benessere. Siamo così “dipendenti” dalla qualità dell’interazione con genitori, fratelli, amici, vicini e colleghi che si può perfino misurare ciò che ci accade interiormente tramite la risonanza magnetica applicata al cervello durante gli stimoli sociali positivi e negativi.
Ecco perché dalla qualità delle relazioni dipende la nostra salute fisica e mentale, nonché il modo in cui invecchiamo e conduciamo la nostra esistenza. E forse la vera ricchezza che dobbiamo inseguire è proprio quella che non si lega a una moneta o al luccichio dell’oro. Coltiviamo dunque al meglio le relazioni, anche quando è complicato e dobbiamo ingoiare qualche rospo. In fondo i nostri rapporti umani, se sono amorevoli, ci avvicinano all’assoluto e dissetano il nostro desiderio di essere vicini a Dio.