Il comandamento nuovo: amarci
Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri.
Giovanni 13,33-35
I l Vangelo di questa domenica ci consegna il comandamento “nuovo” di Gesù: che ci amiamo gli uni gli altri, come Lui ha amato noi. Da questo solo si vede se siamo suoi discepoli. È inutile girarci intorno: questo è ciò che conta, ed è l’unica verità su noi e sulla nostra fede! Il resto è vetrina, non cambia la vita, né la nostra né quella di chi ci è accanto, e non descrive la realtà di noi stessi. Non siamo suoi se non amiamo come Lui! È Lui che ci ha insegnato come amare, tutti lo abbiamo visto amare! Tutti abbiamo visto operare il suo amore nel percorso del tempo pasquale, che dal Triduo ci accompagna per le sei domeniche precedenti le grandi solennità dell’Ascensione e della Pentecoste: ci ha amati “fino alla fine”, donandosi come cibo e bevanda, nell’effusione del sangue, nella Resurrezione gloriosa, tornando ancora per i tanti Tommaso che attendono di toccarlo, per curare la loro sete di Lui e le loro incredulità; ci ama nonostante i nostri tradimenti, e, se lo tradiamo mille volte, mille volte ci chiederà se gli vogliamo bene, se vogliamo seguirlo e annunciarlo, come ha fatto con Pietro nella notte dello scoraggiamento per inaugurare il giorno nuovo della vita piena con Lui. Ci ama come un pastore che cerca ovunque la centesima pecorella, pur avendo in salvo tutte le altre novantanove.
E noi sappiano amarci così? È la nostra vita l’annuncio di questo amore, l’espressione concreta di questo perderci per gli altri, come Lui, dato che siamo suoi, che portiamo il suo nome, il nome di Cristiani, e siamo chiamati a essere sulla terra e per i fratelli luce che illumina, alter Christus? Nella famiglia, nella comunità, nel lavoro, portiamo questo amore che fa nuove tutte le cose? O il nostro cuore indurito e il dolore per il male ricevuto ci impediscono di far risuonare l’annuncio nuovo della Resurrezione? È una domanda decisiva. «Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni verso gli altri!»: così ci insegna il Signore. Non c’è altra via! Noi pensiamo forse che si possa amare solo chi lo merita, ma già altrove Gesù ci ha ammonito: questo lo fanno anche i pagani! Chi segue Lui è una persona nuova. Negli Atti (I lettura) i pagani entrano nella vita nuova dei battezzati grazie alla testimonianza di Paolo e Barnaba. Gli apostoli, a loro volta rinnovati dall’incontro con Cristo, non annunciano un’esistenza facile e piena di privilegi, tutt’altro: testimoniano che l’essenziale è entrare nel Regno di Dio, e in esso si entra «attraverso molte tribolazioni»; è il Regno della nuova Gerusalemme, adorna come una sposa per il suo sposo: là il Signore abiterà con gli uomini e asciugherà ogni lacrima dai loro occhi, perché Lui fa nuove tutte le cose (II lettura, Apocalisse).
SAPERSI RINNOVARE Nuovo, nella lingua dei Vangeli, significa giovane, pieno di vita, di entusiasmo e di energia, come i bambini, che trasmettono gioia in tutto quello che fanno, perché non hanno infingimenti né macigni e sanno amare con gratuità. Nuovi saremo anche noi solo se ci faremo come loro, se sapremo amare. Altrimenti saremo stantii, e con noi la nostra fede, che potrà anche essere ricca di pratiche, ma resterà povera di amore. E senza amore non si infiamma nessuno!