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lunedì 28 aprile 2025
 
Rito romano Aggiornamenti rss don Gianni Carozza

VIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C) - 2 MARZO 2025

Le travi del pregiudizio e dell’orgoglio

«Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello». Luca 6,42

In questa domenica ci è proposto ancora il discorso programmatico di Gesù secondo Luca (6,39-45): il Maestro insegna a non pretendere di sapere più di lui, invita a portare buoni frutti ed esorta a fare attenzione a come si parla, perché la bocca rivela il cuore. Proprio la “parola” è al centro della prima lettura (Siracide 27,4-7), in cui l’antico sapiente offre quattro proverbi sul parlare, valido criterio per valutare una persona. Il vero valore di una persona si scopre solo attraverso un’analisi del suo linguaggio. È infatti la conversazione che rivela il cuore dell’uomo.

Gesù riprende questa osservazione quando afferma: «La bocca esprime ciò che dal cuore sovrabbonda ». Quando uno abitualmente dice malignità e cattiverie è segno che il suo cuore è pieno di cattiveria: si vede il male, perché c’è dentro il cuore. Quando invece il cuore è buono, emerge il bene.

C’è anche un linguaggio che può rivelare, a un orecchio attento, la violenza nascosta in noi sotto forma di razzismo, di insofferenza per chi è diverso. In questo caso si può dire che il linguaggio rivela, oltre che il cuore, anche lo sguardo, che è già uno specchio del cuore.

Proprio sullo sguardo si incentra oggi l’attenzione del Vangelo. O meglio, su una patologia dello sguardo. A cosa si riferisce, infatti, quella “trave” presente nell’occhio? Si potrebbe dire che è innanzitutto la trave del pregiudizio, che è uno sguardo prevenuto. Questo succede tutte le volte che di una persona si è pronti a rilevare unicamente, con uno sguardo attento e scrupoloso, ciò che rappresenta il punto debole, la nota riduttiva, l’aspetto meno probante o addirittura riprovevole. Ma la trave nell’occhio potrebbe essere anche quella dell’orgoglio. Se infatti succede che si arrivi al disprezzo degli altri tanto da enfatizzare i loro difetti e da sminuire le loro qualità, è perché si pensa unicamente alla propria affermazione.

L’orgoglioso è così pieno delle sue idee che non può lasciare spazio a quelle degli altri ed è così sicuro di sé da atteggiarsi sempre a maestro, pronto a dare lezione a tutti, anche a Dio. L’orgoglioso si erige a piccolo dio, come se fosse depositario di una verità assoluta e inconfutabile: lui solo ha il diritto di giudicare. Quale vaccino può essere utile per curare la forza contagiosa del pregiudizio, del disprezzo, dell’orgoglio che sembra mietere tante vittime? Bisogna mettersi alla scuola di Gesù.

Gesù non ha mai disprezzato nessuno. Aveva anzi il dono di sapere cogliere e di valorizzare in ogni esistenza il lato più propositivo e più promettente. Se il nostro cuore diventa buono, le parole di conseguenza saranno evangeliche, parole cristiane, anche se contengono rimproveri. Il Signore guarisca il nostro cuore cattivo perché possa esserci un buon tesoro dentro di noi: il Vangelo. E sulle nostre labbra sempre fiorisca una parola proporzionata a Cristo, una bella parola di bene!


27 febbraio 2025

 
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