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domenica 15 giugno 2025
 
Rito romano Aggiornamenti rss don Gianni Carozza

XXI Domenica del Tempo Ordinario (anno B) - 25 agosto 2024

Credere e sapere la verità del Figlio

 

Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Giovanni 6,61-63

 

La lettura corsiva del Vangelo di Marco, che accompagna le liturgie festive dell’Anno B, si è interrotta al capitolo 6, subito prima del racconto della moltiplicazione dei pani e dei pesci, con la Domenica XVI del Tempo ordinario; leggiamo poi fino ad oggi, per cinque domeniche consecutive, il 6º capitolo di Giovanni, che è aperto proprio dal miracolo del pane, prosegue con il grande “sermone eucaristico” di Gesù, pronunciato «insegnando nella sinagoga di Cafarnao», dinanzi alla «folla», e ci conduce alla grande dichiarazione di fede di Pietro, culmine di questo percorso nel cuore dell’estate.

Diversi sono i discorsi del Maestro nel quarto Vangelo, alcuni rivolti, «nell’intimità», a persone scelte, che hanno il desiderio di stare con Lui e gli riconoscono l’autorità che possiede: il dialogo con Nicodemo (Giovanni 3,1-21; 19,39), le parole dette agli apostoli, come il grande discorso del Commiato nell’Ultima Cena (Giovanni 13-17); altri sermoni, come questo del Pane della Vita seguono i segni compiuti da Gesù, sono pronunciati presso il Tempio o la sinagoga, in spazi aperti, di fronte a tutti, ai farisei, alle folle, alla gente di ogni tipo che accorre, con diverse intenzioni, per ascoltarlo, e mettono in luce tensioni e ostilità. «Molti discepoli, avendo ascoltato» il discorso del Pane, «mormorano», «tornano indietro e non seguono più Gesù»: ritengono che la sua «Parola sia dura; chi può ascoltarla?».

Rischiamo anche noi di avere questa reazione: la sequela non è un cammino facile e piano; anche se amiamo sinceramente il Signore non riusciamo a capire tutto, siamo sempre troppo piccoli rispetto alla sua infinità. Gesù ci chiede oggi di seguirlo pure quando non capiamo, ci chiede di fidarci di Lui, di avere fede in Lui: già il Popolo di Dio, invitato da Giosuè, all’ingresso nella Terra Promessa dopo l’Esodo dall’Egitto, a «scegliere chi servire», dichiarava di avere fede «nel Signore», autore della Pasqua (I lettura, Giosuè 24), salvatore potente che «riscatta la vita dei suoi servi» (Salmo 33, Responsorio), sposo amante della sua Sposa dal principio e fino alla fine del mondo: san Paolo ci offre oggi (II lettura, Efesini 5) il grande simbolismo matrimoniale, che mette i coniugi a segno, sacramento, «mistero grande» dell’amore di Cristo per la sua Chiesa. Egli, che è Dio, conduce la storia, quella del Popolo, quella del mondo, quella mia personale, in un modo che posso non comprendere, ma che Lui conosce e guida perché «sa fin dal principio» (Vangelo, Giovanni 6,64) «che cosa c’è nel cuore dell’uomo» (Giovanni 2,25), «sa tutto», come dichiarerà Pietro dopo il triplice tradimento, il mistero Pasquale, la pesca miracolosa e la triplice richiesta, fattagli da Gesù Risorto, di amarlo «più di costoro» (Giovanni 21,15).

Nel contesto della crisi dei discepoli, in ogni crisi lungo tutta la storia dell’uomo, il Signore chiede: «Volete andarvene anche voi?». Egli legge il dubbio e la paura anche nei Dodici! È sempre Pietro, stabilito custode di unità e di fede ferma per la Chiesa in ogni tempo, a rispondere per tutti, pieno dello Spirito di Dio: «Signore, da chi andremo? Tu solo hai parole di vita eterna, e noi abbiamo creduto e sappiamo che Tu sei il Santo di Dio». Anche noi, nella fede, “sappiamo” quello che sa Gesù, siamo messi a parte dei segreti del Regno: tutto sappiamo nel Padre, tutto possiamo in Lui, pur nelle avversità confidiamo sereni nella Vita che non muore.


22 agosto 2024

 
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