Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
sabato 05 ottobre 2024
 

XXIV Domenica del Tempo ordinario (anno A) - 17 settembre 2023

Perdonare di cuore ai nostri fratelli

 

Allora Pietro gli si avvicinò e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette». Matteo 18,21-22

 

Continua la lettura del IV discorso di Gesù in Matteo (capitolo 18), il cosiddetto “discorso comunitario” o “ecclesiale”, che segue eventi fondativi per la comunità dei credenti: la moltiplicazione dei pani, simbolo e profezia del sacrificio eucaristico, la trasfigurazione, l’attribuzione del primato a Pietro, principio di unità per la Chiesa nascente. Il Maestro offre istruzioni ai suoi su come impostare la vita personale e comunitaria per seguire Lui ed essere veramente «sale della terra e luce del mondo» (Matteo 5,13- 16): farsi come bambini, non dare scandalo, custodire i “piccoli” perché nemmeno uno si perda, esercitare la correzione fraterna, mettere al centro la carità e perseverare nella preghiera unanime e concorde.

Conclude il capitolo la parabola di oggi, che Gesù espone per dare risposta alla domanda di Pietro: «Quante volte dovrò perdonare se il mio fratello pecca contro di me? Fino a sette volte?». Il numero sette, nella tradizione biblica, significa perfezione e totalità nell’orizzonte umano, rappresenta dunque un limite oltre il quale nessuno è chiamato ad andare. È il numero dei giorni della creazione, su di esso è impostato il computo delle feste e l’alternarsi del lavoro, del riposo e della preghiera: Pietro ha manifestato disponibilità e generosità! Ma l’Amore è un’altra cosa: esso apre all’ottavo giorno, quello senza tramonto, che solo Gesù, in un sacrificio che non ha prezzo e ha superato ogni limite, ha dischiuso alla nostra condizione umana. Il Maestro ricorre al gioco di parole “settanta volte sette”: un’operazione impossibile, una moltiplicazione di numeri perfetti, a dire che non c’è misura che limiti l’Amore.

L’unico criterio è il perdono, un moto del cuore che volge verso l’altro, per quanto imperfetto e colpevole, e rende capaci di guardarlo come lo guarda Dio, che vede sempre un figlio amato e prezioso. Pietro parla di un “fratello” che compie il male: siamo spesso portati a pensare che “dobbiamo” perdonare persone lontane da noi, nemici, uomini e donne che per diversi motivi possono esserci ostili; nel contesto della comunità, cui Gesù sta parlando, il fratello è invece, prima di tutto, una persona vicina, amica: può essere il figlio, lo sposo, il genitore; anche costoro, che amiamo, “peccano contro di noi” e generano ferite ancora più grandi di quelle provocate da chi ci è indifferente.

Ci può costare di più, con loro, perdonare anche un piccolo debito (gli insignificanti cento denari della parabola, l’equivalente di alcuni giorni di lavoro di un operaio, a confronto con i diecimila talenti per i quali ciascuno ha ricevuuto il condono, equivalenti a una intera carriera lavorativa, una cifra inimmaginabile); eppure, senza perdono non c’è amore, e chi perdona mostra di «non vivere per se stesso, ma per il Signore» (II lettura, Romani 14); Dio, che «perdona tutte le colpe» (Salmo 102, Responsorio), ama chi non conserva rancore. Accogliamo l’invito del Siracide (I lettura): «Ricorda l’alleanza dell’Altissimo e dimentica gli errori degli altri».


14 settembre 2023

Tag:
 
Pubblicità
Edicola San Paolo