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giovedì 05 dicembre 2024
 

XXXII Domenica del Tempo ordinario (ANNO B) 10 novembre 2024

Essere visti da Colui che dà la vita

Venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, [Gesù] disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri».

Marco 12,42-43

L'episodio evangelico di oggi è collocato ancora nel contesto della grande settimana del- la Redenzione che Gesù, secondo la narrazione di Marco, trascorre interamente a Gerusalemme: i primi giorni si svolgono nel Tempio, dove il Signore insegna e parla pubblicamente, sollecitato anche dalle domande, non sempre in buona fede, di «sacerdoti, scribi, anziani» (Marco 11,27), «farisei ed erodiani» (Marco 12,13), «sadducei» (Marco 12,18); offre anche spiega- zioni, profezie e segni in privato, ai suoi «discepoli» (Marco 13,1), e con- duce, attraverso il discorso escatolo- gico, la celebrazione della Cena, la preghiera del Getsemani (Marco 13- 14), al momento capitale della Croce ce (Marco 15), preludio della Gloria (Marco 16). Gesù «si è offerto una sola volta per togliere il peccato di molti e apparirà una seconda volta a coloro che l’aspettano per la loro salvezza» (II Lettura, Ebrei 9).

Poco dopo l’incontro con lo scriba saggio, su cui abbiamo meditato domenica scorsa, Gesù si rivolge alla folla per invitare a una vita di fede non appari- scente, ma essenziale e autentica: non è importante “esser visti” dagli uomini, «passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti»; non è neanche utile «pregare a lungo per farsi vedere», come fanno gli scribi. Bisogna “guar- darsi” da essi, perché coltivano atteggiamenti che il Signore non apprezza! Ciò che è essenziale è custodire una relazione feconda con Dio e rimanere sotto il suo sguardo amante, che sempre ci benedice: anche quando gli uomini non vedessero, Egli sempre tutto vede e sa! In contrapposizione agli “sguardi” che i notabili amano ricevere e ai loro comportamenti da cui “guardarsi”, contro la frenesia dell’apparire che «divora» la vita degli ipocriti, l’evangelista mette in luce la serena pacatezza del Signore, che vive come Figlio amato, con la Sapienza che viene dallo Spirito e che consente di leg- gere in profondità gli eventi. Egli «seduto, osserva»: passa davanti a lui lo spettacolo del mondo.

Il verbo greco usato qui evoca propriamente lo sguardo che si rivolge al “teatro”, alla finzione che presiede alla recitazione; Gesù osserva la folla che sente il dovere di devolvere al Tempio «parte del suo superfluo» e i «molti ricchi» che «vi gettavano molto»; il suo sguardo benedice, però, chi è invisibile per tutti, ma non per Dio: una «vedova povera» che, nella sua povertà, «ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri». Ella non è andata lì per «farsi vedere», ma per «essere vista» dal Signore; ella sa che Dio vede e che il suo sguardo è benedizione, vita senza fine. Per questo offre «tutta la sua vita»: la restituisce a Colui che solo può donarla in eterno. Lo stesso fa, accogliendo Elia, la vedova della I Lettura (1Re 17), che accetta di offrire tutto quello che ha per ospitare degnamente l’uomo di Dio, secondo la parola profetica da lui pronunciata, e riceve in cambio il miracolo della farina e dell’olio che non si esauriscono! Quanta fede in queste donne, sole e bisognose: orfani e vedove sono, nella Bibbia, le persone più vulnerabili e per questo protette direttamente dal Signore (cfr. Salmo 145, Responsorio); a essi si rivolge in modo speciale la misericordia del Padre, e ci sono additati, nella Scrittura, come esempi di autentica carità, alimentata dalla speranza certa in Colui che è e dà la Vita.


07 novembre 2024

 
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