Per quale motivo il sesto Comandamento, «Non commettere adulterio», è stato sostituito con «Non fornicare»?

Giorgio D.

La formulazione dei Comandamenti ha una storia. Anche per il sesto. Nella legislazione mosaica e in tutto l’Antico Testamento leggiamo: «Non commettere adulterio» (ebraico ni’uf; greco moikeia; latino adulterium) e si commina la morte per entrambi gli adùlteri (Es 20,14).

Nel Nuovo Testamento Gesù condanna non solo l’adulterio (Mt 5,27), ma anche il desiderio di commetterlo anche se non viene realizzato materialmente (Mt 5,28), e anche altri gesti che portano a vivere in modo scorretto la sessualità (concubinato, fornicazione, meretricio).

La Chiesa ha riformulato il Comandamento nella forma catechistica: «Non commettere atti impuri» (CCC dopo il n. 25), facendone il contenitore di tutti i gesti che umiliano il corpo, che è fatto per creare relazioni e vita e viene invece ridotto a oggetto di piacere. Qualunque sia la formulazione, il Comandamento dice che la sessualità deve essere vissuta come gesto di amore tra persone che si sono unite in matrimonio, nel rispetto della persona e del significato del gesto.