PHOTO
Povertà che si espandono, in un contesto di ripresa economica e occupazionale. La quale, evidentemente, è per molti, ma non per tutti. L’Osservatorio delle povertà e delle risorse di Caritas Ambrosiana ha redatto la nuova edizione del Rapporto sulle povertà nella diocesi ambrosiana, lavorando sui dati raccolti, nel 2022, a proposito di 14.619 persone (+5,1% rispetto al 2021), aiutate da 137 centri d’ascolto territoriali (12.266 utenti) e 3 servizi diocesani (2.353 utenti), sparsi nell’area metropolitana di Milano e nelle province di Varese, Como (in parte), Monza-Brianza e Lecco (allegata, la scheda con i risultati scomposti per Zone pastorali).
Il Rapporto è stato presentato in mattinata nel corso di una conferenza stampa svoltasi nella sede di Caritas Ambrosiana; propone dati e infografiche (Infografica dati generali, Infografica lavoratori poveri, Infografica nuclei con minori) che declinano in chiave ambrosiana le informazioni pubblicate martedì, su scala nazionale, da Caritas Italiana, e anticipano alcuni approfondimenti tematici, che saranno presentati in autunno. Nel corso della mattinata sono stati presentati anche i dati salienti del Bilancio sociale Caritas 2022.
Tornando al Rapporto povertà, il robusto campione delle quasi 15 mila persone oggetto della rilevazione (che non esaurisce l’universo degli individui ascoltati e aiutati, in diocesi, dalla rete Caritas, la quale nei territori ambrosiani opera tramite 397 centri d’ascolto) è caratterizzato da una prevalente e crescente presenza di donne (61,4%, +14,5% rispetto al 2021) e di immigrati (60,9%, +12,7% rispetto al 2021, soprattutto a causa del forte afflusso di profughi ucraini).
IL REDDITO C’È, MA È INSUFFICIENTE
La situazione occupazionale vede ancora prevalere le persone disoccupate (51,8% del totale degli aiutati), ma in ulteriore forte espansione appare il segmento degli occupati (23,3%, valore aumentato del 58,2% negli ultimi 7 anni). Ciò spiega perché sempre meno chi accede a un centro d’ascolto chieda un lavoro, e sempre più spesso segnali problemi di reddito (69,3% degli utenti, il dato più alto mai registrato in diocesi da quando le rilevazioni sono sistematizzate): tale condizione caratterizza il 71,8% degli utenti italiani (erano il 63,2% nel 2019) e addirittura il 77,5% delle persone occupate che accedono ai centri d’ascolto e ai servizi. I bisogni di reddito sono diffusi, e relativi a ordinarie esigenze di vita e sostentamento (non a costose emergenze improvvise): è la situazione sperimentata da ben 3 su 4 occupati part time e di quasi 2 su 3 occupati full time che si rivolgono ai centri e servizi Caritas. Tra gli occupati del campione che accusano insufficienze reddituali, le professioni più frequenti sono quelle relative ai lavori domestici (25%) e all’assistenza agli anziani (23%).
Le conseguenze delle diffuse carenze reddituali sono facilmente intuibili. Operatori e volontari Caritas sempre più spesso si sentono rivolgere dagli utenti una richiesta (tipicamente emergenziale) di beni materiali e servizi, che sopravanza ormai nettamente ogni altro tipo di richiesta (lavoro, casa, orientamento ai servizi, assistenza legale, supporto a percorsi di inclusione): essa è espressa dal 49,2% degli utenti, con un incremento del 31% rispetto al 2019, ultimo anno pre-pandemico (nonché anno rispetto al quale sono aumentate del 20,1% le sole richieste di beni alimentari).
MINORI, FATTORE DI FRAGILITÀ
Alcune significative considerazioni sono infine riservate, dalle 67 pagine del Rapporto, alla composizione del nucleo familiare degli utenti di centri d’ascolto e servizi, e in particolare alle implicazioni tra dinamiche di povertà e presenza di minori. Intanto, il documento precisa che 6.384 delle 14.619 persone aiutate hanno dichiarato di avere familiari, situazione che di fatto estende l’area dell’aiuto, diretto e indiretto, espresso dai 140 centri e servizi Caritas a 30.671 persone. Tra i nuclei con familiari, 3.509 hanno dichiarato di avere figli minorenni: nelle famiglie aiutate da Caritas vivono dunque 6.584 minori (di cui il 33% in età pre-scolare). Il 76,5% dei nuclei con minori sono di origine immigrata, il 23,5% italiani; 1 su 4 è monoparentale, e quando c’è un solo genitore esso è quasi sempre donna (92,5% dei casi).
Che la presenza di minori rischi di peggiorare le condizioni di vita della famiglia lo dimostra il fatto che l’87,1% dei nuclei con minori che si rivolgono a Caritas ha problemi di reddito (e nel 70,6% di questi casi si tratta di problemi di reddito che impediscono di far fronte tranquillamente alle normali esigenze della quotidianità). Inoltre il 18,2% dei nuclei con minori ha problemi abitativi (residenze provvisorie, coabitazione, case precarie e poco funzionali…). Tutto converge nel far ritenere la presenza di figli piccoli o adolescenti un fattore di infragilimento di fronte al rischio di povertà: e d’altro canto, ciò inasprisce la tendenza alla trasmissione intergenerazionale della povertà, che tante ricerche – anche di fonte Caritas – stanno segnalando negli ultimi anni.
GUALZETTI: «MONITORARE LE TENDENZE, MIGLIORARE LE POLITICHE»
«L’impoverimento generale; l’aumento di immigrati tra le persone che chiedono aiuto; la “femminilizzazione” della platea degli ascoltati e aiutati; la conferma e anzi l’ampliamento della presenza, tra chi non ce la fa, di persone che lavorano; le difficoltà delle famiglie con figli minori: sono traiettorie di evoluzione dell’area di povertà che occorre tenere monitorate» ha osservato Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana, commentando le risultanze del Rapporto ’22. «In generale, sono tutte spie di un disagio diffuso, reso più grave dalla pandemia, soprattutto tra chi viveva già in condizioni di vulnerabilità. Tale processo sta esacerbando la distanza tra chi può e chi no, e si incunea tra le generazioni, sino ad approfondire il solco tra i minori nati in contesti di deprivazione economica e i loro coetanei che vivono in contesti in grado di offrire maggiori opportunità. Bisogna sapere che compromettere il futuro delle nuove generazioni significa avvelenare il futuro della comunità intera. Così come bisogna preoccuparsi della ormai notevole e crescente presenza, tra i poveri, di tante persone occupate, alcune con contratti regolari, altre precarie, altre sottopagate. Da queste evidenze e queste consapevolezze bisogna partire, se si vuole veramente combattere la povertà, evidenziando anzitutto la necessità di serie politiche di superamento del precariato lavorativo e di definizione di accettabili minimi salariali. E ricordando intanto che uno strumento come il reddito di cittadinanza, senz’altro perfettibile, non va indebolito nella sua struttura universalistica, né depotenziato finanziariamente, se non vogliamo che la lotta alla povertà rimanga uno slogan».


Lo scenario italiano: + 12,5% le persone che hanno chiesto aiuto nel 2022
Si è svolta a Roma la presentazione congiunta del Bilancio sociale 2022 e del primo Report statistico nazionale sulle povertà dal titolo La povertà in Italia secondo i dati della rete Caritas di Caritas italiana. Il Bilancio Sociale, riferito alle attività nel 2022, rende conto – in una logica di trasparenza – dell’utilizzo delle risorse a disposizione e dell’impatto pedagogico, sociale e di sostenibilità di quanto operato da Caritas Italiana, in ordine al proprio mandato e alla promozione dello sviluppo umano integrale. A partire dal quadro degli interventi realizzati e dei bisogni rilevati sono stati poi messi in rilievo alcuni focus. In particolare sulle persone anziane, con l’impegno a costruire un nuovo modello di assistenza e lo sviluppo di reti solidali; sui giovani, con l’accentuarsi di una povertà educativa dovuta anche alla mancanza di opportunità di formazione, di crescita, di coltivazione dei propri talenti nelle nostre comunità e di una povertà intergenerazionale, con il rischio molto alto di rimanere intrappolati in situazioni di vulnerabilità economica, per chi proviene da un contesto familiare di fragilità; sulle donne, che hanno risentito pesantemente degli effetti della pandemia a livello globale. Un focus specifico è stato dedicato anche alla guerra in Ucraina e all’impegno Caritas a livello nazionale e internazionale.
Il Report statistico segna poi una novità assoluta per Caritas Italiana, che per la prima volta sceglie di presentare già a giugno, invece che nella tradizionale Giornata mondiale di lotta alla povertà del 17 ottobre, i dati riferiti al 2022 raccolti nei Centri di Ascolto e servizi Caritas. L’analisi che ne emerge fornisce quasi in tempo reale la situazione delle 255.957 persone che nel corso del 2022 si sono rivolte ai Centri d’ascolto diocesani e parrocchiali in rete con la raccolta dati. Emerge un aumento del 12,5% delle persone ascoltate rispetto all’anno prima, anche per effetto, ma non solo, dell'accompagnamento dei profughi in fuga dalla guerra in Ucraina.
Un altro aspetto sottolineato è la multidimensionalità della povertà, ossia il fatto che chi si rivolge ai servizi Caritas vive una situazione di povertà a causa di più motivi concomitanti e manifestando due o più ambiti di bisogno. In questo senso prevalgono, come di consueto le difficoltà legate a uno stato di fragilità economica, i bisogni occupazionali e abitativi; seguono i problemi familiari (separazioni, divorzi, conflittualità di coppia), le difficoltà legate allo stato di salute (disagio mentale, problemi oncologici, odontoiatrici) o ai processi migratori. I dati dicono anche di una “cronicizzazione della povertà”, riportandoci ad una situazione prepandemia. Sempre all’interno del Report è riportato l’esito di una articolata analisi statistica multivariata – la prima nel suo genere realizzata su dati di fonte Caritas – che ha consentito di estrapolare cinque profili o cluster di beneficiari (i vulnerabili soli, le famiglie poveri, i giovani stranieri in transito, i genitori fragili e i poveri soli), andando oltre la semplice analisi descrittiva delle tante variabili a disposizione nella banca dati Caritas (complessivamente oltre 300). «I dati sono importanti» ha sottolineato don Marco Pagniello, Direttore di Caritas Italiana, «ma lo sono ancora di più le persone. Occorre ripartire ai poveri e dalle loro priorità e bisogni, che come abbiamo visto possono essere molteplici e complessi, più che concentrarci sulle sole azioni».
Alla presentazione, che è possibile rivedere sui canali Facebook e YouTube di Caritas Italiana, sono intervenuti mons. Carlo Roberto Maria Redaelli (Presidente di Caritas Italiana), padre Vyacheslav Grynevych (Direttore Caritas Spes in Ucraina), Massimo Ciampa (Segretario generale Mediafriends), Roberto Leonardi (tra i vincitori del bando Cre@ttività), Walter Nanni e Federica De Lauso (Ufficio Studi di Caritas Italiana), Monica Mondo (TV2000). Il Bilancio sociale 2022 e il Report statistico nazionale sulle povertà sono disponibili in versione integrale su www.caritas.it.



