Perché si trascura il comando di Cristo sulla comunione anche con il vino, mentre si prendono alla lettera le sue parole sul matrimonio?
Fin dai primi secoli la comunità cristiana non ha avuto difficoltà a dare la comunione anche con uno solo dei due elementi eucaristici. I cristiani portavano nelle case private il pane consacrato per cibarsene quotidianamente. Così era anche per coloro che erano in catene per la fede. Nel sacramento del matrimonio la “materia” non è costituita da cose, ma da due persone che formano come una sola carne.
La Chiesa ritiene doveroso difendere l’identità di questo sacramento le cui caratteristiche sono l’unicità e l’indissolubilità. La Chiesa d’Oriente, pur condividendo la stessa dottrina sul sacramento nuziale, ha una disciplina improntata maggiormente alla misericordia. Dopo un congruo e serio itinerario penitenziale riammette i divorziati risposati alla comunione sacramentale, pur non riconoscendo più nella nuova unione la realizzazione dell’ideale evangelico. Una più approfondita riflessione al riguardo fu auspicata nel 1998 anche dall’allora cardinale J. Ratzinger (cfr. Sulla pastorale dei divorziati risposati, p. 27).
Graziano B.
Fin dai primi secoli la comunità cristiana non ha avuto difficoltà a dare la comunione anche con uno solo dei due elementi eucaristici. I cristiani portavano nelle case private il pane consacrato per cibarsene quotidianamente. Così era anche per coloro che erano in catene per la fede. Nel sacramento del matrimonio la “materia” non è costituita da cose, ma da due persone che formano come una sola carne.
La Chiesa ritiene doveroso difendere l’identità di questo sacramento le cui caratteristiche sono l’unicità e l’indissolubilità. La Chiesa d’Oriente, pur condividendo la stessa dottrina sul sacramento nuziale, ha una disciplina improntata maggiormente alla misericordia. Dopo un congruo e serio itinerario penitenziale riammette i divorziati risposati alla comunione sacramentale, pur non riconoscendo più nella nuova unione la realizzazione dell’ideale evangelico. Una più approfondita riflessione al riguardo fu auspicata nel 1998 anche dall’allora cardinale J. Ratzinger (cfr. Sulla pastorale dei divorziati risposati, p. 27).


