Compiere 70 è una tappa importante nella vita. Per papa Leone XIV, che oggi passa la soglia di quella età, l’emozione si riempie con i tanti auguri che gli arrivano da ogni parte del mondo.

Famiglia Cristiana è stata fra le prime a farglieli attraverso i suoi lettori, arrivando a raccogliere nelle scorse settimane diverse migliaia di biglietti, messaggi e disegni che gli abbiamo consegnato in udienza privata lo scorso 4 settembre.

Conoscerlo per noi Paolini e i nostri collaboratori laici che ci hanno accompagnato è stata una grande emozione. Da sempre, per volontà del nostro fondatore, il beato Giacomo Alberione, ci lega un rapporto particolare con i pontefici in carica.

Il loro Magistero, per chi fa comunicazione nella Chiesa come noi, è sempre il faro per aiutarci a leggere l’attualità con spirito evangelico. E di Papa Leone abbiamo già apprezzato alcune cose: in primis, usando tutta la sua autorità morale per risvegliare le coscienze dei potenti, il costante appello alla pace, su cui insiste fin dal suo primo discorso dal balcone di Piazza San Pietro dopo la sua elezione, l’8 maggio scorso.

Ma anche il riferimento al cuore umano, specchio di quello divino, che è uno dei temi cardine di sant’Agostino, il padre della Chiesa a cui si ispira l’ordine religioso da cui proviene Robert Prevost.

Un cuore pacificato evita le polarizzazioni, foriere solo di odio, che si stanno intensificando nel mondo portando sempre più venti di guerra globale, ma anche civile (il recente assassinio dell’attivista “Maga” Charlie Kirk in Utah potrebbe innescare un meccanismo perverso di questo tipo in quella società).

Il cuore sarà un tema, già affrontato da Francesco nella sua ultima enciclica Dilexit nos (ottobre 2024), su cui lo sentiremo spesso parlare perché centrale nell’esistenza umana.

Certo, sappiamo, come ha detto lui stesso nella sua recente (e prima) intervista al quotidiano peruviano El Comercio, che occorre del tempo perché possa arrivare ad assumere pienamente il ruolo “papale”, universalistico.

Dovrà certamente valorizzare la sua esperienza pastorale precedente (come parroco, formatore di giovani religiosi e vescovo) nonché di governo (come priore generale del suo ordine, prima, e prefetto del Dicastero dei vescovi, dopo), trasformandola in magistero erga omnes, nel nome della misericordia divina.

Una postura di cui però gli è già chiara una cosa: la coscienza di essere chiamato a essere un “pontiere”, come dice la sua stessa carica (di pontefice, dal latino pontifex, “creatore di ponti”).

Uomo di dialogo, che unisce punti anche distanti facendosi forza dell’unica risorsa che gli è garantita per statuto divino: la grazia dello Spirito Santo.

Quella grazia che tutti noi con la nostra preghiera invochiamo su di lui: auguri papa Leone!