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«Gli americani non dovrebbero dimenticare che proveniamo tutti da famiglie di immigrati»: è a partire da questa consapevolezza che il cardinale arcivescovo di Chicago, Blase Cupich, amico di papa Leone XIV (nella foto in alto durante l'incontro in Vaticano del 9 ottobre scorso, ndr), ha criticato apertamente le politiche migratorie restrittive adottate da Donald Trump, sottolineando in un videomessaggio difusso dalla diocesi statunitense che «le famiglie vengono distrutte», i bambini «abbandonati», le comunità sono «scosse da retate e detenzioni», e in questo frangente «la Chiesa è al fianco dei migranti».
Una presa di posizione molto netta che arriva dopo che la Casa Bianca ha inviato a Chicago, la città dove il Pontefice è nato e cresciuto, e in altre città degli Stati Uniti gli agenti dell’Immigration and Customs Enforcement (Ice) per dare la caccia ai migranti illegali.
Le parole di Cupich sono importanti se si considera che il cardinale è vicino a Prevost il quale pochi giorni fa lo ha ricevuto in udienza. Inoltre, Leone ha appena nominato Blase Cupich, considerato uno degli esponenti di punta dell’episcopato liberal degli Stati Uniti, nella Commissione pontificia della Città del Vaticano.
Cupich, di origine croata, ha recentemente assegnato a un senatore democratico, Dick Durbin, un premio per il suo impegno a favore dei migranti, suscitando le critiche dell’estrema destra cattolica. I cattolici conservatori e pro-life hanno criticato con veemenza questa decisione citando il sostengo del politico democratico all’aborto. Durbin ha poi rinunciato al premio, ma nel frattempo è intervenuto il Papa in persona, che ha controreplicato alle critiche spiegando che «chi dice di essere contro l'aborto ma a favore della pena di morte non è veramente pro-life».
«Miei cari fratelli e sorelle», afferma ora il cardinale Cupich nel video-messaggio, «oggi vi parlo come vostro pastore, ma anche come compagno di pellegrinaggio che condivide il dolore di molte delle nostre comunità di immigrati. Le famiglie vengono distrutte. I bambini sono abbandonati alla paura e le comunità sono scosse da retate e detenzioni. Queste azioni feriscono l'anima della nostra città. Voglio essere chiaro. La Chiesa è al fianco dei migranti. Siamo al fianco della madre che attraversa i confini per sfamare i propri figli. Siamo al fianco del padre che lavora in silenzio per costruire un futuro migliore. Siamo al fianco del giovane che sogna sicurezza e un futuro migliore. Le nostre parrocchie e scuole non respingeranno chi cerca conforto e non resteremo in silenzio quando la dignità viene negata nell'applicazione della legge. È essenziale che rispettiamo la dignità di ogni essere umano».
«Ora», prosegue Cupich, «vorrei dire qualcosa direttamente a quegli immigrati senza documenti. Molti di voi sono qui da anni. Avete lavorato duramente. Avete cresciuto delle famiglie. Avete contribuito a questa nazione. Vi siete guadagnati il nostro rispetto. Come arcivescovo di Chicago insisterò affinché siate trattati con dignità. Gli americani non dovrebbero dimenticare che proveniamo tutti da famiglie di immigrati. Siete nostri fratelli e sorelle. Siamo al vostro fianco. Dio vi benedica tutti».
Il messaggio è stato trascritto sul sito dell’arcidiocesi di Chicago in inglese e spagnolo, la lingua madre dei migranti latino-americani bersaglio principale del giro di vite deciso dalla Casa Bianca ed è stato postato anche sui social, da X a YouTube, con i sottotitoli.



