Dobbiamo chiederci «Non solo cosa può fare l'IA, ma chi stiamo diventando attraverso le tecnologie che sviluppiamo». Papa Leone scrive ai partecipanti  al “BuildersAI Forum 2025", in corso presso la Pontificia Università Gregoriana e spiega che quella dell’intelligenza artificiale è «una questione importante» su cui interrogarsi.

«L'intelligenza artificiale, come ogni invenzione umana, scaturisce dalla capacità creativa che Dio ci ha affidato. Ciò significa che l'innovazione tecnologica può essere una forma di partecipazione all'atto divino della creazione. In quanto tale, porta un peso etico e spirituale, perché ogni scelta di design esprime una visione dell'umanità. La Chiesa invita quindi tutti i costruttori dell'IA a coltivare il discernimento morale come parte fondamentale del loro lavoro - per sviluppare sistemi che riflettano giustizia, solidarietà e una genuina riverenza per la vita», scrive Prevost nel suo messaggio in inglese. «Le tecnologie emergenti rimangano orientate verso la dignità della persona umana e il bene comune», auspica.

E conclude sottolineando che «che si tratti di progettare algoritmi per l'educazione cattolica, strumenti per l'assistenza sanitaria compassionevole o piattaforme creative che raccontano la storia cristiana con verità e bellezza, ogni partecipante contribuisce a una missione condivisa: mettere la tecnologia al servizio dell'evangelizzazione e dello sviluppo integrale di ogni persona. Tale collaborazione interdisciplinare incarna ''il dialogo tra fede e ragione'', rinnovata nell'epoca digitale» e, prosegue, «l'intelligenza - sia essa artificiale che umana - trova il suo pieno significato nell'amore, nella libertà e nella relazione con Dio».