La cosa più importante «è la consapevolezza di essere trasmissori della fede». Papa Francesco amministra il battesimo a 32 bambini. I papà ne avevano scandito il nome, uno a uno, all'inizio della celebrazione nella cornice, come di consueto, della cappella Sistina: Roberto Federico, Francesca, Lorenzo Fausto Mario, Flora, David, Maria Allegra Alessandra Francesca, Aurora, Gabriele, Giulia, l'unica figlia di genitori sposati civilmente...
Nel giorno del battesimo del Signore, il Papa ha ricordato che «Gesù non aveva necessità di essere battezzato, ma i primi teologi dicono che, col suo corpo, con la sua divinità, nel battesimo ha benedetto tutte le acque, perché le acque avessero il potere di dare il battesimo. E poi prima di salire al cielo, Gesù ci ha detto di andare in tutto il mondo a battezzare». Nasce, dal battesimo di Gesù nelle acque del Giordano, una catena di fede che dura fino a oggi.
«Questi bambini», spiega il Papa, «sono l'anello di una catena. Voi genitori avete il bambino o la bambina da battezzare, ma dopo alcuni anni saranno loro che avranno un bambino da battezzare o un nipotino...  è così la catena della fede». E poi parla del «dovere di trasmettere la fede a questi bambini. E’ la più bella eredità che voi lascerete loro: la fede! Soltanto questo. Oggi portate a casa questo pensiero. Noi dobbiamo essere i trasmissori della fede». E mentre qualche bambino comincia a piangere ammonisce: «Oggi canta il coro, ma il coro più bello è questo dei bambini che fanno rumore... Alcuni piangeranno, perché non sono comodi o perché hanno fame: se hanno fame, mamme date loro da mangiare! Tranquille, eh! Perché loro sono qui i protagonisti».
Dopo il rito dell'accensione del cero il Papa ripete ancora: «Non dimenticate questa è la più bella eredità, una fede che sia luce, una fede forte che sia salute per loro