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C’è anche John Ogah tra gli otto neofiti battezzati nel corso della veglia pasquale. Il nigeriano trentunenne che lo scorso 26 settembre aveva sventato una rapina in un supermercato di Centocelle, periferia di Roma, affrontando un malvivente armato di mannaia, ha scelto il nome Francesco. In seguito al suo gesto, su proposta dei carabinieri del comando provinciale di Roma, ha ricevuto il permesso di soggiorno. Ed è a un carabiniere, il capitano Nunzio Carbone, comandante della compagnia di Roma Casilina che John Francesco ha chiesto di fare da padrino perché fu lui a prendere per primo a cuore la vicenda del migrante. All’uscita del supermercato per racimolare qualche spicciolo aiutando le signore a portare i sacchetti della spesa, non ci aveva pensato due volte a gettarsi sul rapinatore e a disarmarlo, tenendolo fermo fino all’arrivo dei carabinieri. La gente, intanto, applaudiva. «In Nigeria facevo il saldatore, ma qui farei qualunque lavoro. Prima non potevo perché non avevo i documenti», aveva dichiarato prendendo il permesso di soggiorno. John, che ha una moglie e un figlio di 12 anni, era scappato dalla Nigeria perché perseguitato. Ha vissuto in Italia chiedendo l'elemosina. Adesso è stato assunto alla Croce rossa come magazziniere.
Con lui sono stati battezzati quattro italiani (Francesco Michele, Ivan Roberto, Mara Maria e Silvia), Isabel, del Perù, Nathan Potter, degli Stati Uniti e Kastriot Cristian, albanese. Il più grande ha 52 anni, il più piccolo 18.



