Non sono noti i tempi della «seconda venuta di Gesù Cristo», dopo quella costituita dall'incarnazione, e che rappresenterà il «ritorno glorioso alla fine dei tempi». Lo ha detto il Papa domenica 2 dicembre durante l'Angelus recitato dalla finestra del suo studio affacciato su piazza San Pietro, davanti ad alcune migliaia di fedeli.

Joseph Ratzinger ha comunque sottolineato che la fine dei tempi non potrà avvenire prima che siano sconfitti tutti i nemici di Gesù. Incarnazione e fine dei tempi, ha spiegato papa Ratzinger, sono due momenti «cronologicamente distanti - e non ci è dato sapere quanto-», ma «in profondità si toccano, perchè con la sua morte e resurrezione Gesù ha già realizzato quella trasformazione dell'uomo e del cosmo che è la meta finale della creazione». «Ma prima della fine - ha sottolineato il Papa - bisogna che tutti i suoi nemici siano posti sotto i suoi piedi». Si tratta del «disegno di salvezza di Dio, che è sempre in atto» e che «richiede continuamente la libera adesione e collaborazione dell'uomo». La Chiesa vive «protesa nella attesa del ritorno del Signore», una «attesa fatta di speranza vigilante e operosa».