È giusto riconoscere ufficialmente lo Stato della Palestina, come di recente ha annunciato il presidente francese Macron, o è meglio muoversi più diplomaticamente, come nel caso dell’Italia, appoggiando la mozione “due popoli, due Stati” ma con una tempistica più prudente? Il Segretario di Stato vaticano Pietro Parolin si è portato ancora più avanti e, in una conversazione con i giornalisti a margine di un evento del Giubileo degli Influencer, ha ricordato che la Santa Sede l’ha «già riconosciuto» da tempo.

Il porporato ha semplicemente ricordato all’opinione pubblica lo stato dei fatti, dato che il Vaticano già 25 anni fa, il 15 febbraio 2000, aveva sottoscritto  un primo accordo con l’Olp, l’Organizzazione per la liberazione della Palestina, e quindici anni dopo ha siglato un accordo globale con lo Stato di Palestina il 26 giugno 2015, entrato in vigore nel gennaio 2016. «Spero che il presente Accordo possa in qualche modo costituire uno stimolo per porre fine in modo definitivo all’annoso conflitto israeliano-palestinese che continua a provocare sofferenze ad ambedue le Parti>>, scriveva l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, allora Segretario per i Rapporti con gli Stati. «Spero anche che l’auspicata soluzione dei due Stati divenga realtà quanto prima. I cattolici non vogliono nessun privilegio se non continuare a collaborare con i loro concittadini per il bene della società».

Il Segretario di Stato, ricordando l'importanza del riconoscimento dei due Stati, Israele e Palestina, «che vivano vicini l’uno all’altro, in autonomia ma anche in collaborazione e sicurezza», ha confermato la bontà della linea diplomatica della Santa Sede. Certamente, ha osservato, «diventa sempre più difficile anche per la situazione che si è creata e si sta creando in Cisgiordania», riferendosi agli insediamenti israeliani in quei territori: «Questo non favorisce certamente, da un punto di vista pratico, la realizzazione dello Stato di Palestina». Di qui l’auspicio che gli incontri a New York, oggi e domani in occasione della Conferenza internazionale di alto livello per la soluzione pacifica della questione palestinese e l’attuazione della soluzione a due Stati, portino «qualche frutto».