PHOTO
Si diceva, chi con soddisfazione, chi con un pizzico di nostalgia, sono finite le ideologie, foriere delle tragedie del Novecento, di tante vite perdute e sbandate per le loro sirene ingannevoli. Sembrava che il nuovo millennio le avesse spazzate via ma nuove terribili nubi lo offuscavano: il fondamentalismo, le guerre di civiltà. È andata così, purtroppo, ma le ideologie non sono morte affatto. Continuano a determinare l’ottica con cui guardiamo e giudichiamo la realtà. Un’ottica ristretta, se non distorta, che esclude l’orizzonte, un’ottica spessa e appannata ricevuta in eredità dall’educazione, dalle letture dei media; che può nascondersi nei cassetti più remoti, ma prima o poi la si tira fuori e ci connota, ci inquadra il mondo da un solo punto di vista.
Ragioniamo sulle guerre, sui governi che le appoggiano, a nordest dell’Europa e in Medioriente. Putin è un ex agente del Kgb della Russia sovietica. Sinistra? Misconosciuto, fortunatamente. Eppure è tornato, prima subdolamente, poi apertamente, a piacere a una certa sinistra, magari spinta dall’antiamericanismo. Ma Putin era ed è amico di leader di destra, e poiché il suo è un regime, piace alla destra-destra, perché si sa, l’ordine, il pugno di ferro, la difesa dei valori, eccetera.
I pro-Palestina sono tutti a sinistra, da sempre. Soprattutto perché Israele è stato sostenuto e protetto dagli Usa. Con i governi democratici la sinistra di governo ha simpatizzato, sorretta dal pensiero di tanti intellettuali, molti ebrei. Ora in Israele c’è un governo di destra che si macchia di continue stragi, che piace ancora solo a destra. Però da parte opposta per parteggiare per la Palestina si finisce a volte col parteggiare per Hamas, un governo terrorista che i palestinesi li opprime e li tiene in ostaggio, eretto a glorioso resistente contro gli oppressori.
E l’antisemitismo, serpeggiante a sinistra, prorompe senza più remore e sensi di colpa. Naturalmente l’antisemitismo è radicato a destra, appena temperato oggi dalla presenza di un presidente Usa di destra, che dell’attuale Israele e delle sue guerre è garante e sponsor. Quindi gli ebrei piacciono un po’ di più.
Sinistra e destra, figliocci più o meno consapevoli di Marx e di Nietzsche, poi dei fascismi e dei comunismi reali. A volte ritornano.
Poi ci sono i figli di una visione cristiana dell’uomo, che le autocrazie e le ideologie dall’una e dall’altra parte le hanno subite e combattute. Che hanno creduto e credono nella democrazia, nella costruzione dell’Europa e di un’alleanza tra democrazie, che parteggiano per i più deboli, gli ucraini e i palestinesi, ma non odiano né i russi, che non sono tutti putiniani, né gli israeliani, tantomeno gli ebrei, che non sono tutti pro Netanyahu.
Poi ci siamo noi quindi, che riusciamo a fatica a districarci nel giudizio con un’informazione così di parte, spesso mendace, prezzolata. Che schiera i buoni e i cattivi di qua e di là, sentendosi eroica se sventola le bandiere più opportune al momento. Noi che preghiamo per la pace, nata dall’incontro e dal riconoscimento dell’altro. Noi ingenui e perdenti, ma vittoriosi per una speranza, per una promessa, noi cristiani.
In collaborazione con Credere
Credere, la rivista per vivere «l'avventura della fede»
CREDERE è la rivista che ogni settimana ti propone storie, personaggi e rubriche per ispirare la fede nel quotidiano. Già scelta come "Rivista Ufficiale del Giubileo della Misericordia", è un giornale ricco di contenuti per lo spirito, con tante testimonianze di famosi e gente comune e i gesti e le parole di Papa Francesco, più vicini che mai.
Scopri la rivista e abbonati »


