Avete presente la fiaba di Cenerentola? La povera ragazza stropicciata che fa da serva alle sorellastre in casa della matrigna. Il sogno del principe azzurro. L’incantesimo che le consente, per una volta, di partecipare al gran ballo di corte. I rintocchi della mezzanotte, la fuga, la scarpetta perduta… E’ la versione conosciuta in Occidente di un’antichissima favola, le cui origini si perdono nella notte dei tempi. Quella, tanto per intenderci, trascritta da Charles Perrault e dai fratelli Grimm. Impressa nell’immaginario collettivo dal film d’animazione realizzato dalla Disney nel 1950. Eppure, la novella originale a cui questi scrittori hanno fatto riferimento è quella del ‘600 di Giambattista Basile. Autore popolare recuperato prima in teatro da Roberto De Simone e poi al cinema da Matteo Garrone (Lo cunto de li cunti, presentato a Cannes).

Ed è proprio a questa scrittura più aspra e immaginifica che si è ispirato Alessandro Rak (disegnatore napoletano già regista de L’arte della felicità, Oscar europeo nel 2013) per realizzare il suo bellissimo Gatta Cenerentola, cartone animato tutto made in Italy da oggi nelle sale dopo l’applaudita anteprima alla 74° Mostra del Cinema di Venezia. Uno splendido lavoro a otto mani. A condividere con lui i compiti dell’ardua impresa sono stati infatti i suoi amici e collaboratori di sempre: Ivan Cappiello, Marino Guarnieri e Dario Sansone. Insomma, più che mai un lavoro di squadra.

“Noi sappiamo lavorare solo così”, ci spiegano parlando quasi sovrapponendosi, uno che inizia la frase e l’altro che la conclude. “D’altronde, siamo abituati dalla nostra lunga frequentazione. Ciò non toglie che, confrontate le idee e soppesate tutte le possibili obiezioni, alla fine poi ciascuno ha un suo campo più specifico. Ivan è l’esperto di animazione digitale. Marino ha una grande esperienza di animazione tradizionale ed è di fatto il montatore, colui che tiene a mente tutte le sequenze e inquadrature, meglio del computer. Dario, oltre che illustratore, è musicista nonché leader del gruppo Foja che ha eseguito la gran parte delle musiche del film. Alessandro è il più regista di noi, cinematograficamente parlando, colui che assembla tutte queste caratteristiche”.

Niente di meglio che farci  raccontare da lui la storia… “La nostra Cenerentola si chiama Mia ed è cresciuta all’interno della Megaride, un’enorme nave ferma a una banchina del porto di Napoli da oltre quindici anni”, spiega Rak con voce da vero narratore. “Suo padre Vittorio Basile, ricco armatore e scienziato, è morto portando con sé i segreti di un prodigio dell’elettronica che avrebbe potuto far rifiorire il porto. Da allora, invece, tutto è caduto in degrado. Mia vive pressoché segregata servendo la matrigna Angelica Carannante (sposata dal papà la sera stessa in cui è stato ucciso) e le sue sorellastre. La nave è diventata rifugio di loschi malfattori capitanati da Salvatore Lo Giusto, detto O’ Re, che si diletta di musical e spettacolo ma è in realtà il boss del traffico di cocaina. E’ lui che, d’accordo con la matrigna, gestisce l’eredità dell’ignara Cenerentola napoletana. E adesso che la ragazza sta per compiere diciott’anni… Tutto si compirà nell’arco di una notte che, da festa, si trasformerà in resa dei conti e liberazione. A soccorrere Mia sarà il poliziotto Primo Gemito, che anni prima faceva la scorta all’armatore e che non l’ha mai dimenticata”.

Detta così sembra qualcosa di assai diverso dalla fiaba che conosciamo. Invece, è straordinario come ogni episodio, ogni sfumatura tornino vividi alla memoria per incastrarsi in questa nuova visione fantastica. Merito dell’eccellente animazione di Rak e soci, morbida e flou. Di una grafica affascinante, con soluzioni che catturano l’occhio e la fantasia: come quella di un degrado fisico e morale tangibile grazie al continuo piovere dal cielo plumbeo di qualcosa: fuliggine, inquinamento, scorie di umanità? Poi la trovata degli ologrammi, che sono il segreto tecnologico della nave e la possibilità di memoria e di riscatto per Mia. Infine, musiche e canzoni azzecatissime: testi spesso graffianti che nulla risparmiano a bellezze e miserie della città partenopea, che resta sullo sfondo ma vive nei personaggi che abitano la nave. Un cartone per adulti. Una festa per gli occhi. E per gli orecchi dato che a dar voce ai protagonisti sono attori del calibro di Mariano Rigillo (Vittorio Basile), Alessandro Gassmann (poliziotto Primo Gemito), Massimiliano Gallo (il malvagio Salvatore Lo Giusto), Maria Pia Calzone (la matrigna Angelica) e Renato Carpentieri (il commissario). Mia invece è ammutolita dal dolore per l’uccisione del padre.

“Abbiamo voluto che la nostra Cenerentola non fosse una creatura mansueta”, spiega Rak, alludendo alla Nikita di Anne Parillaud. “L’abbiamo mutata per andarne a cercare i pensieri, i suoi sguardi. L’abbiamo resa più selvaggia. E’ l’anima libera costretta nella gabbia sociale. E la gabbia, nella nostra storia, è una città bella ma violenta, decadente, contraddittoria. Stretta tra un presente parallelo, olografico e un futuro improbabile”.