Uscirà nelle sale il primo gennaio Tre di troppo la commedia familiare di e con Fabio De Luigi e Virginia Raffaele, Marco e Giulia nella finzione una coppia felice la cui vita sarà stravolta da un evento inaspettato. Tra i tre “di troppo” il più piccolo, il giovanissimo Francesco Javier Quezada ci racconta com’è stata questa avventura.

Ho visto il trailer, che spasso… Ti sei divertito a girare questi film?
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Sì tantissimo. La cosa più difficile è stata non ridere nelle scene serie… oltre che indossare maglioni di lana nelle giornate calde delle riprese al campo da calcio. Ero il più piccolo e sul set tutti mi hanno coccolato. In un colpo solo ho anche trovato 2 fratelli, Valerio e Greta (Veleria Marzi e Greta Santi). Per tutto il periodo delle riprese siamo stati insieme, giocavamo in camerino tra una scena e l’altra. Siamo diventati veri fratelli».

Non è il primo film in cui reciti. Ci dici quali sono gli altri?
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La mia prima esperienza è stata in 10 Giorni con Babbo Natale. Ero uno degli angioletti e Fabio De Luigi era il protagonista. Chi l’avrebbe detto che sarebbe diventato il mio “papà” in Tre di Troppo... Poi è arrivato Rido Perché Ti Amo. Mi ha scelto il regista Paolo Ruffini e ho lavorato con Nicola Nocella, entrambi simpaticissimi. In Don Matteo 13 ho interpretato Ruben, un bambino che giocava a calcio, una delle mie passioni. Mi sono divertito a girare con Nino Frassica: io gli raccontavo le barzellette e lui mi dava consigli. È molto gentile. Ho finito da poco di girare Una Commedia Pericolosa con Enrico Brignano. Il regista è Alessandro Pondi, una forza della natura».

Che effetto ti fa, così piccolo, rivederti sul grande schermo?
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Mi emoziona, mi viene da sorridere, nascondo la testa sotto il cuscino poi piano piano riemergo… (ndr, ride). Registro le scene e le riguardo tante volte. Ho consumato il cellulare di mamma con il trailer di Tre Di Troppo...lo mando avanti e indietro continuamente».



Come è nata questa passione?

«Un collega di mamma, Alessandro, suggerì di iscrivermi a un’agenzia di casting. Mamma non era molto convinta poi inviò le mie foto e iniziò tutto. Era per fare qualche pubblicità o qualche foto, nessuno ha mai pensato al cinema… Ora ci sono Valentina e Christian dello Studio Segre di Roma che mi seguono e mi danno tanti consigli. Sono sempre molto premurosi. Mi piace molto e spero un giorno di girare un film horror. Finora siamo riusciti a conciliare bene le riprese con la scuola e lo sport. Amo leggere fumetti, disegnare manga e i giochi di ruolo. La scorsa estate ho trascorso tanto tempo a giocare con la mia bisnonna Liliana».

Qui sei uno dei tre figli “indesiderati” o “di troppo” della commedia De Luigi-Raffaele. Come sono Fabio e Virginia come genitori?
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Unici e inimitabili. Sono tanto simpatici, divertenti e buffi...con i miei fratellini li chiamavamo mamma e papà e loro ci guardavano terrorizzati... è stato divertente girare quelle scene. Virginia è la mia mammina. È dolce e affettuosa. Fabio è così bravo, mi sono sentito tranquillo con lui anche nelle scene più difficili, mi ha dato tanti consigli. Come regista dava le indicazioni e poi ci lasciava interpretare la scena in modo spontaneo».

E fuori dal set?

«Ehm…praticamente come nel film: unici e simpatici».

Qual è il messaggio di questa commedia?

«Che è bello ridere insieme, in famiglia».

Una parola, se ti va, sulla tua mamma e il tuo papà e il tipo di rapporto che hai con loro.
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Con mamma studio inglese e con papà spagnolo. Mamma mi accompagna a scuola e a tennis e papà a calcio e a catechismo. Si sono divisi i compiti...e io mi sento molto amato. Sono in terza elementare all’Istituto Suore Immacolatine a Roma e devo studiare tantissime materie. Le mie maestre sono super brave, comprensive e esigenti. Sono molto fortunato ad avere loro. Amo molto studiare e mi piace andare a scuola sempre preparato. Mamma mi aiuta con i compiti e insieme studiamo anche i copioni. Con il mio papà che è un medico veterinario condivido la passione per i documentari e gli animali. Ho due gatti: Fulmine e Night Hermosa. Quando torna dal lavoro papà mi porta spesso al parco per allenarmi a calcio...io non sono mai stanco di correre e lui mai stanco di giocare con me».