Quattro stagioni. Una centrifuga di episodi che non diresti mai siano reali (invece lo sono, come la partecipazione al funerale del defunto sbagliato) mischiati a paradossi di finzione, che oscillano tra il palco di Sanremo e le aule del Centro Sperimentale di Roma.

Con la serie televisiva Vita da Carlo, l’attore e regista Carlo Verdone gioca a mettere in fiction la propria vita, tra scena pubblica e privata, idiosincrasie, gioie, selfie di troppo, fan pretenziosi, parenti invadenti, amici fraterni, amori perduti e ritrovati, successi e delusioni lavorative. Un po’ gioca con la realtà, romanzandola, un po’ la disvela.

Non fa bilanci né si incensa e, alla fine di questa lunga cavalcata (la nuova stagione disponibile dal 28 novembre sulla piattaforma Paramount+ è quella conclusiva), quello che resta addosso è forse l’ultima cosa che ci si aspetterebbe da un’autobiografia: uno sguardo di tenerezza verso la realtà.

Non importa quanto sia faticoso vivere (e lo è anche per un uomo di successo come Verdone, come si evince di puntata in puntata, tra il serio e il faceto), il regista conserva uno sguardo innamorato verso la vita. Lo stesso che coltivava sua mamma: «Una donna semplice, che era andata a scuola dalle suore e da cui aveva ricevuto un’educazione solida», ricorda Verdone. «Era una persona talmente buona talmente buona e perbene che ogni volta che ho un dubbio mi chiedo cosa avrebbe fatto lei al mio posto, e agisco di conseguenza».

Vita da Carlo è la biografia di un uomo irrimediabilmente innamorato della vita? «La tenerezza ha sempre fatto parte del mio sguardo sul mondo. Certo, quando leggo tutti quei delitti orribili che la cronaca riporta ormai ogni giorno, è tosta: mi invade una profonda tristezza. Però, ogni volta non posso fare a meno di domandarmi quale educazione abbiano ricevuto queste persone, quale famiglia abbiano alle spalle per arrivare a compiere certi gesti. Probabilmente non hanno maturato alcuna sensibilità: la colpa è anche del contesto sociale»…

Leggi l’intervista completa a Carlo Verdone sul numero di Credere in distribuzione nelle edicole e nelle librerie religiose da giovedì 27 novembre e nelle parrocchie da sabato 29 novembre. Oppure acquista una copia digitale www.edicolasanpaolo.it

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