L'ADDIO AD AMOS OZ. I SUOI ROMANZI

Malato da tempo, Amos Oz ci ha lasciati a 79 anni. Continuerà a parlarci almeno in due modi: attraverso i suoi splendidi romanzi e con la sua lezione sulla tolleranza contrapposta a ogni forma di fanastismo. 

Cresciuto in un kibbutz, Amos Oz ha presto manifestato la sua prepotente vocazione letteraria. Ha scritto una serie di romanzi che ne fanno uno dei più importanti autori a livello mondiale, più volte candidato al Nobel per la letteratura. Se non avete mai frequentato i suoi testi, comiciate dal suo capolavoro assoluto, Una storia di amore e di tenebra (2002, Feltrinelli), un racconto straordinario in cui la vicenda autobiografica si snoda sullo sfondo dell'affresco storico del suo popolo, gli israeliani. Il romanzo ci ha fatto entrare nei segreti della sua esistenza, svelando soprattutto il suicidio della madre, avvenuta quando aveva 13 anni, evento che lo segnò per sempre, non meno che l'apparteneenza a una nazione che vive nell'angoscia di essere sopraffatta. 

Altri romanzi indimenticabili di Amos Oz sono La scatola nera e Michael mio.

 


LA BATTAGLIA CONTRO IL FANATISMO

Ma di Amos Oz non resteranno solo le sue pagine di letteratura, la cui cifra profonda era l'intreccio fra la scavo nelle dinamiche più prfonde dell'amore, soprattutto quello di coppia, e le vicende della sua nazione. Continuerà a risuonare la sua lezione contro il fanatismo, a favore della pace da perseguire attraverso il dialogo e il confronto (si vedano Contro il fanatismo e Cari fanatici). 

Il fanatismo, spiegava il grande scrittore, non nasce con l'Islam o con la contrapposizione fra Israele e Palestina. È qualcosa di più profondo, una categoria dell'animo umano. Per combatterla, quindi, serve mettere da parte ogni ideologia e aprire lo spazio del confronto, in cui ciascuno deve fare un passo indietro pe rpotrne fare un altro in avanti, assieme agli altri.