Come ogni anno, a Milano il 10 agosto in piazzale Loreto si è svolta la commemorazione della strage avvenuta ottant'anni fa a opera nei nazi-fasicsti, che il 10 agosto 1944 fucilarono 15 partigiani  prigionieri nel carcere di San Vittore per terrorizzare la popolazione (i loro corpi martoriati furono lasciati sulla strada per un giorno intero). Il pretesto fu un attentato compiuto da ignoti due giorni prima contro un camion tedesco, in cui però non era morto nessun soldato. Nella lista dei condannati a morte redatta dal capitano della Gestapo Theodor Saevecke, compare il nome di una donna: Giuditta Muzzolon. Giuditta faceva la custode in via Pecchio 11, dove abitava Dario Barni, commissario delle “Matteotti”, caduto in combattimento il 18 settembre 1944 a Begoglio, nell’Oltrepò Pavese. Nell’abitazione di Barni si svolgevano riunioni clandestine alla presenza anche di Eraldo Soncini, Martire di piazzale le Loreto, operaio della Pirelli e membro del Cln di Porta Venezia. Giuditta costituiva un riferimento importante per gli antifascisti di Porta Venezia e specialmente per il Barni; diffondeva il materiale di propaganda che Barni le lasciava e faceva da “palo” durante gli incontri che avevano luogo nello stabile dove assolveva ai suoi compiti di custode. Le cose vanno bene fino alla mattina del 9 luglio 1944, quando la Gestapo e i fascisti della Muti fanno una retata e arrestano Eraldo Soncini e Giuditta Muzzolon. Barni, avvertito tempestivamente dalla Muzzolon, che al citofono ha fatto in tempo a dirgli “Sono qui”, riesce a fuggire. Giuditta viene portata a San Vittore dove è sottoposta a un pesante interrogatorio ma, nonostante lo spavento, non parla.

A salvarle la vita, dall’intervista al figlio e alla nuora di Giuditta, raccolta nel novembre 1997 da Giuseppe Valota (ci ha lasciato il 13 novembre 2021), è stato l’intervento del cardinale Schuster che aveva chiesto la grazia a Roma ed esercitato forti pressioni sulle autorità nazifasciste. Il 10 agosto Giuditta viene riportata a San Vittore, dove rimane per qualche giorno. Da lì è trasferita a Bolzano e successivamente nel lager femminile di Ravensbruck, dal quale riesce a tornare il 4 luglio 1945. Alla Muzzolon è stata consegnata il 25 aprile del 1968, dal sindaco di Sesto San Giovanni Giuseppe Carrà, una medaglia d'argento e un diploma a ricordo del periodo in cui, come vittima e come avversaria del nazi-fascismo, ella diede il suo contributo alla conquista della libertà del nostro Paese.

In occasione della commemorazione per gli 80 anni dall'eccidio, a cui sono intervenute le autorità e i rappresentanti delle associazioni partigiane, oltre a centinaia di cittadini,  è stata a scoperta, davanti al Monumento dedicato ai 15 Martiri, la targa “Largo 15 Martiri di piazzale Loreto”.