Possono la Musica, l’Arte, la Cultura contribuire a far tacere le armi? Possono aiutare i popoli a trovare la via del dialogo? Sono domande che spesso ci siamo posti e che in realtà non hanno una sola risposta. Far tacere le armi è difficile. Contribuire al dialogo è possibile.

Il Ravenna Festival diretto da Cristina Muti, una delle più importanti rassegne italiane, compie da sempre uno sforzo in questa direzione con i concerti de Le vie dell’Amicizia: diretti da Riccardo Muti, hanno già raggiunto in passato luoghi e regioni che sono simboli dell’inquietudine, della sofferenza, dell’instabilità della nostra società. Dalla Bosnia alla Siria, da Beirut a Gerusalemme, Le vie dell’Amicizia hanno tentato di rispondere alle due domande iniziali, ed in particolare alla seconda. Il tema dell’edizione 2014 del Festival è, già dal titolo, emblematico: “Grande Guerra”. E viene sviluppato attraverso un percorso musicale e drammaturgico che sta per concludersi nel grande e solenne concerto commemorativo ospitato dal Sacrario di Redipuglia domenica 6 luglio (verrà trasmesso l’1 agosto da Rai1).

E lì, dopo il consueto appuntamento del giorno prima al Pala de André riservato al pubblico ravennate, risuoneranno le note e la poesia drammatica del Requiem per le vittime di tutte le guerre. Riccardo Muti, sul podio dell’Orchestra Cherubini assieme all’European Spirit of Youth Orchestra ed al Coro del Friuli Venezia Giulia a cui si affiancheranno molti altri strumentisti e coristi provenienti dai principali paesi che presero parte alla guerra (solisti il soprano Tatiana Serjan, il mezzosoprano Daniela Barcellona, il tenore Saimir Pirgu ed il basso Riccardo Zanellato), dirigerà la Messa da Requiem di Giuseppe Verdi.
Come sottolineato nella presentazione del Festival “nessun altro testo musicale è più adatto nel rendere in modo lancinante il dramma, realistico e crudele, della morte”. E la stessa presentazione riporta le parole di Guido Ceronetti, che nel suo Viaggio in Italia scrive: “La scalinata di Redipuglia è una visione da mescalina. Milleduecento gradini che paiono molti di più, un milione, o seicentomila come il computo dei morti, e tutti parlanti”.

Presentando l’evento che si colloca nelle Commemorazioni nazionali della Prima Guerra Mondiale, Riccardo Muti ha sottolineato che il Requiem verdiano non risuonerà "solo per ricordare gli eroi, i morti ma per dare attraverso la musica un messaggio di conciliazione postuma". E per costruire un futuro di Amicizia.