Fatta la tara alla certezza che non esiste sport più imprevedibile dello sci alpino (passa una nuvola e cambia tutto: le condizioni della visibilità e quelle della neve e l’assetto degli sci di conseguenza, forse anche l’umore). Fatto salvo il fatto che ogni pronostico, proprio per questo, è una lotteria dove si vincono soprattutto grame figure (a meno di non avere un Alberto Tomba o una Deborah Compagnoni nel carniere, ma non è roba di tutte le stagioni, anzi è da un pezzo che non capita).

Messe avanti tutte e due le mani, possiamo dire che dallo sci alpino stanno arrivando buone notizie in chiave mondiale. Le ultime prove in Coppa del mondo dimostrano che gli azzurri crescono in forma fisica, nella velocità con tutti e nelle prove tecniche con Moelgg. E a tre settimane dal 5 febbraio, giorno d’avvio del Mondiale, questo significa cauto ottimismo: se prevedere è impossibile almeno si sa che si può provare a giocarsela con i migliori, soprattutto tra gli uomini Jet, i superveloci della libera e del SuperG, noi che, Ghedina e antichissimi fasti a parte, siamo stati di preferenza sciatori da pali stretti.  

E’ ottima soprattutto la notizia che Innerhofer, dopo un paio di battute d’arresto a causa dal mal di schiena che non se ne vuole andare, è tornato Winnerhofer, primo nella discesa di Supercombinata, pur con slalom non all’altezza, e primo di nuovo nella libera “vera”,  a Wengen: una delle più perigliose discese del circuito, roba da matti alla Ghedina e infatti non la si vinceva da allora dai suoi tempi, 16 anni fa. Innerhofer, 28 anni – per le discipline veloci un ragazzo – è la punta di diamante di una squadra di velocisti che alleva dietro di lui un paio di ricambi di pregio: il cittadino Metteo Marsaglia, poco più che esordiente in Coppa e già vincitore in SuperG e Dominik Paris, primo sul podio, seppure in comproprietà, a Bormio quest’anno in discesa in discesa. 

Con il primo posto di Innerhofer a Beaver Creek a inizio stagione, fanno tre successi su cinque libere, quattro su sei se si conta anche la discesa di Supercombinata. Pur con i piedi per terra, meglio se con gli sci incollati alla neve, è lecito sognare, anche perché Christof, il nostro uomo copertina, è si è guadagnato di diritto il soprannome di Winnerhofer  giusto un anno fa proprio ai Mondiali, dove ha sbancato il forziere con tre medaglie (oro, argento e bronzo per non farsi mancare niente) e tre aeroplanini pancia sotto nella neve per festeggiare. Non sarebbe male se ci avesse preso gusto.