Il diluvio che si è abbattuto su Milano si è placato giusto quando sono saliti sul palco del Carroponte di Sesto San Giovanni loro, i cinque amici di Cincinnati che meglio di chiunque sanno raccontare in musica l’America del post 11 settembre: i The National. Alla prima delle due date italiane del loro tour europeo (stasera faranno tappa a Roma), i cinque musicisti hanno suonato e cantato per due ore e un quarto davanti al numeroso pubblico che, sfidando il fango, li ha accompagnati saltando e cantando con loro.

Anzi, con lui, Matt Berniger, il carismatico leader dalla voce baritonale che ha occupato la scena, non lesinando qua e là velenose frecciate dirette a Donald Trump. Coadiuvato da ottimi musicisti, compresa una sezione fiati davvero rimarchevole, Matt, privilegiando le canzoni più rock del repertorio, ha cantato il senso di smarrimento di una generazione che sembra aver perso i suoi punti di riferimento e che rimpiange l’innocenza perduta (da The perfect song a 29 Years), fino alla catartica Vanderlyle Crybaby Geeks, che ha lasciato cantare in coro ai partecipi spettatori.