La prima cosa che riempie gli occhi di meraviglia guardando Belle è la visionarietà dei mondi immaginati e disegnati. Il regista Mamoru Hosoda, già candidato al premio Oscar, si inserisce a pieno titolo sulla scia dei maestri dell’animazione giapponese come Miyazaky, con tematiche che lo vedono molto sensibile ai problemi della crescita degli adolescenti. Come la protagonista di Belle, la diciassettenne Suzu, che vive nell’ombra, senza sorridere mai, tra un padre distante e il ricordo doloroso della madre che quando era piccola è morta gettandosi in un fiume per salvare una bambina. Ha una sola amica, e non riesce a divertirsi come le sue coetanee e soprattutto non riesce a cantare anche se nel cuore lo desidera. Il mondo virtuale garantito dalla piattaforma U, che ha 5 miliardi di utenti, e dove ognuno può assumere un’altra identità, e diventare un AS, la attrae e la intimorisce allo stesso tempo.ma quando dal cellulare arriva un invito ad entrare dà il suo assenso. Per scoprire che il suo alter ego virtuale è una ragazza bellissima che della vera Suzu conserva solo le lentiggini sul viso, e che soprattutto sa cantare. Così bene da avere ben presto un enorme schiera di seguaci. La sua vita è quindi divisa in due, la timida e impacciata Suzu e la meravigliosa Bell. Ha scelto infatti quel nome poiché in inglese significa campanella, stesso significato del suo nome giapponese. Ma Bell è anche Belle, come la protagonista della Bella e la Bestia. Infatti nel mondo virtuale è apparso una creatura dall’aspetto di un drago, che si impone nei combattimenti contro i guardiani di U, e mostra sempre più lividi nel corpo. Nessuno sa chi sia e da dove venga. E Belle con la guida di creature magiche si mette sulle sue tracce e lo trova in una reggia. Il rapporto che si instaura tra di loro è quello di attrazione e repulsione. Ma l’amore va al di là delle apparenze. L’impianto visivo incredibile ed immersivo si unisce a una ricca colonna sonora composta da trenta canzoni.  Un tema importante quello di Belle, la pervasività del mondo virtuale che si intreccia alla fatica di crescere, al bisogno di scoprire se stessi e dare voce ai propri talenti   Così scrive il regista: «In passato mi sono occupato del modo in cui le persone sono diventate più connesse che mai, nonché dell'infinito tema della connettività via Internet, che spero consentirà alle nuove generazioni di cambiare in meglio il mondo in modo positivo e divertente. Ma sono anche molto consapevole dei problemi associati a Internet come gli abusi online, l'esclusione sociale e le fake news. Rimango però convinto che internet possa essere anche un buono strumento, per migliorare la vita di tutti. Poiché Internet è in continua evoluzione, ho promesso a me stesso che avrei realizzato un film che mostrasse i suoi effetti benefici».