Sono una mamma spaventata. Al giorno d’oggi il mondo che ci circonda è molto più pericoloso di una volta quando io avevo la sua età. Ogni giorno io e mio marito ci diciamo che non possiamo trasmettere le nostre paure a nostra figlia sedicenne e farla vivere come se il mondo là fuori fosse pieno di cose brutte! Però, in concreto, ci sentiamo incapaci di avere questo coraggio.

Quest’estate nostra figlia avrebbe voluto fare una vacanza studio all’estero ma, dopo molte titubanze, noi non ce la siamo sentita di darle l’autorizzazione. Così lei ci ha fatto una tremenda “guerra dei nervi” rifiutandosi di parlare con noi a tavola per settimane. Era arrabbiatissima. E quello con lei è stato un conflitto che ci ha riempito di fatica e tristezza.

Ora si è rimessa a parlarci, ma con l’obiettivo di ottenere il permesso di andare ad un concerto in un’altra città di un cantante che lei ama molto. Noi sappiamo che dobbiamo dirle sì questa volta. Però che fatica. Lei è una ragazza con la testa sulle spalle. Non è di lei che sono preoccupata, ma degli altri!

GIACOMINA


Cara Giacomina, la tua lettera di certo rispecchia il vissuto di molti dei nostri lettori. Tutti noi genitori siamo spaventati da ciò che la cronaca racconta ogni giorno, tanto che ogni uscita nel mondo dei nostri fi gli ci fa venire l’ansia che a loro possa accadere qualcosa di brutto.

Ci sentiamo tranquilli solo se li abbiamo vicini a noi. Ma rimanere in una zona di protezione è l’esatto contrario di ciò che serve a un adolescente, che come mandato evolutivo ha quello di imparare a riconoscere e affrontare i potenziali rischi cui la vita lo espone. Noi genitori non dobbiamo travolgerli con le nostre ansie e paure protettive, limitando eccessivamente il loro potere d’azione. Per me avete sbagliato a impedire a vostra figlia di partecipare a una vacanza studio.

Se ne avevate le possibilità e sapendo che (come scrivi tu) vostra figlia ha la testa sulle spalle, questa esperienza sarebbe stata un’occasione di crescita per lei e avrebbe aiutato voi genitori a misurarvi con la vostra ansia e paura nel separarvi dalla ragazza.

In una vacanza studio i nostri figli si confrontano con un mondo nuovo, sviluppando autonomia e socializzando con amici mai conosciuti prima. È un’esperienza di allenamento alla vita fondamentale per la crescita che previene quella fragilità esistenziale che oggi colpisce troppi adolescenti. Ora avete di fronte a voi la sfi da del concerto in un’altra città: penso che dovreste provare a dire sì, aiutandola a preparare bene la sua trasferta. Inoltre, a casa vostra dovrete imparare a gestire meglio i confl itti, senza ricorrere a musoni e silenzi prolungati. Per questo potete leggere Comunicare senza conflitti di D. Yeager (Mondadori ed.), davvero utile e ben scritto.