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GIORGIO - Che procedura si è seguita per far togliere la condanna al libro di don Milani Esperienze pastorali? Per Savonarola è in corso qualcosa di simile?
Il decreto del Sant’Uffizio del 1958 con cui si ordinava che il libro di don Milani Esperienze pastorali fosse ritirato dal commercio era un provvedimento di opportunità e non implicava un giudizio dottrinale. Perciò nel post-Concilio le perplessità si sono potute considerare superate. Per Savonarola, di cui è stata avviata nel 1997 la causa di beatificazione, c’è da chiedersi quale autorevolezza e credibilità possa aver avuto una scomunica inferta da Alessandro VI Borgia, nonostante grandi santi come Filippo Neri e Caterina Ricci avessero espresso nei suoi confronti profonda venerazione. Qui si tratta di dipanare una serie di interpretazioni storiografiche, la cui corretta lettura richiede molto tempo. Che le condanne del Sant’Uffizio siano rivedibili lo mostra la vicenda di Antonio Rosmini, per la cui beatificazione, avvenuta nel 2007, si è dovuto procedere alla revisione del decreto Post obitum, che condannava quaranta proposizioni tratte dalle sue opere e quindi aveva un preciso valore dottrinale e non solo prudenziale.
Il decreto del Sant’Uffizio del 1958 con cui si ordinava che il libro di don Milani Esperienze pastorali fosse ritirato dal commercio era un provvedimento di opportunità e non implicava un giudizio dottrinale. Perciò nel post-Concilio le perplessità si sono potute considerare superate. Per Savonarola, di cui è stata avviata nel 1997 la causa di beatificazione, c’è da chiedersi quale autorevolezza e credibilità possa aver avuto una scomunica inferta da Alessandro VI Borgia, nonostante grandi santi come Filippo Neri e Caterina Ricci avessero espresso nei suoi confronti profonda venerazione. Qui si tratta di dipanare una serie di interpretazioni storiografiche, la cui corretta lettura richiede molto tempo. Che le condanne del Sant’Uffizio siano rivedibili lo mostra la vicenda di Antonio Rosmini, per la cui beatificazione, avvenuta nel 2007, si è dovuto procedere alla revisione del decreto Post obitum, che condannava quaranta proposizioni tratte dalle sue opere e quindi aveva un preciso valore dottrinale e non solo prudenziale.



