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MAURIZIO T. Il saluto di pace nella Messa mi sembra formalistico poiché si dà a soggetti che non si conoscono e con i quali non si hanno rapporti.
Si nasce maschi e femmine, ma uomini e donne si diventa. Allo stesso modo, poiché la grazia si incarna nella natura, «cristiani non si nasce, ma si diventa» (Tertulliano). I sacramenti celebrano una comunione con Dio e con il prossimo che è in divenire. Il segno della pace, come tutti gli altri riti liturgici, esprime un ideale di comunione che siamo chiamati a realizzare nell’accoglienza della parola di Dio e con la forza dello Spirito Santo. Il segno della pace non è un semplice “saluto”, né lo scambio della nostra fragile pace, ma l’espressione rituale della nostra disponibilità ad accogliere la pace di Cristo per diventare strumenti di comunione; cioè per corrispondere liberamente a quel Battesimo che in Cristo ci ha resi tutti fratelli, ben oltre i vincoli di sangue o di amicizia.
Si nasce maschi e femmine, ma uomini e donne si diventa. Allo stesso modo, poiché la grazia si incarna nella natura, «cristiani non si nasce, ma si diventa» (Tertulliano). I sacramenti celebrano una comunione con Dio e con il prossimo che è in divenire. Il segno della pace, come tutti gli altri riti liturgici, esprime un ideale di comunione che siamo chiamati a realizzare nell’accoglienza della parola di Dio e con la forza dello Spirito Santo. Il segno della pace non è un semplice “saluto”, né lo scambio della nostra fragile pace, ma l’espressione rituale della nostra disponibilità ad accogliere la pace di Cristo per diventare strumenti di comunione; cioè per corrispondere liberamente a quel Battesimo che in Cristo ci ha resi tutti fratelli, ben oltre i vincoli di sangue o di amicizia.



