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ANDREA - Ho partecipato a una Messa in Spagna. Al momento della Comunione il prete (provvisto di microfono) ha iniziato a cantare e ha continuato anche durante la distribuzione dell’Eucaristia. Non diceva neppure “Il corpo di Cristo”. Sembrava che distribuisse caramelle!
Al peggio non c’è limite. Non si tratta di invocare severamente le norme che prevedono che «nelle celebrazioni liturgiche ciascuno, ministro o fedele, svolgendo il proprio ufficio, compia solo e tutto ciò che, secondo la natura del rito e le norme liturgiche, è di sua competenza» (Sacrosanctum Concilium 28). Qui si tratta di buon gusto, di buon senso e di intelligenza di ciò che si sta compiendo. Il momento della Comunione non solo è il vertice della partecipazione attiva, ma costituisce l’atto di fede personale e culminante di tutta la celebrazione. Proprio per questa ragione la riforma liturgica ha voluto ripristinare l’antica e originaria formula per ricevere il corpo e il sangue di Cristo. Privare il fedele di questo atto di fede significa mutilare la finalità stessa della Messa.
Al peggio non c’è limite. Non si tratta di invocare severamente le norme che prevedono che «nelle celebrazioni liturgiche ciascuno, ministro o fedele, svolgendo il proprio ufficio, compia solo e tutto ciò che, secondo la natura del rito e le norme liturgiche, è di sua competenza» (Sacrosanctum Concilium 28). Qui si tratta di buon gusto, di buon senso e di intelligenza di ciò che si sta compiendo. Il momento della Comunione non solo è il vertice della partecipazione attiva, ma costituisce l’atto di fede personale e culminante di tutta la celebrazione. Proprio per questa ragione la riforma liturgica ha voluto ripristinare l’antica e originaria formula per ricevere il corpo e il sangue di Cristo. Privare il fedele di questo atto di fede significa mutilare la finalità stessa della Messa.



